Psicologo statunitense. Docente dal 1918
all'università di California, elaborò una propria originale
teorizzazione psicologica, definita neocomportamentista, assai critica nei
confronti del Comportamentismo di J.B. Watson (al cui studio
molecolare
del comportamento volle contrapporre quello
molare, più
complesso e non limitato alle singole risposte muscolari o ghiandolari) e
tuttavia del tutto estranea alle tesi della psicologia introspettiva
tradizionale. In particolare nel saggio
Il comportamento intenzionale negli
animali e negli uomini (1932),
T. espose la sua teoria del
“comportamentismo intenzionale” in contrasto con la teoria
associazionistica del comportamento di B.F. Skinner, rispetto alla quale
apportò delle modifiche allo schema stimolo-risposta, considerato troppo
semplicistico per spiegare la complessità del comportamento, e
rifiutò la teoria secondo cui il rinforzo costituirebbe un elemento
necessario per l'acquisizione dell'apprendimento. I suoi studi, fondati su una
larga sperimentazione soprattutto animale (sono famosi gli esperimenti che
portarono alla postulazione della presenza di “mappe cognitive” nei
ratti), furono precursori del Cognitivismo (West Newton, Massachusetts 1886 -
Berkeley, California 1959).