Uomo politico e diplomatico italiano. Deputato
per la Destra (1886-97), ricoprì la carica prefettizia a Perugia (1898) e
a Napoli (1900), divenendo poi senatore del Regno (1902). Nominato ministro
degli Esteri (1903-05) durante il Gabinetto Giolitti, in politica estera
tentò di smussare le tensioni con l'Impero austro-ungarico, fomentate
dagli irredentisti, e di consolidare la presenza italiana nei Balcani; sul
fronte interno, si impegnò per ottenere la partecipazione al voto da
parte dei cattolici. Nel 1906 divenne ambasciatore a Londra e poi ancora
ministro degli Esteri (1906-09), affrontando la difficile situazione creatasi
con l'annessione (1908) della Bosnia Erzegovina da parte dell'Austria. Fu
ambasciatore a Parigi (1910-16) e ancora ministro degli Esteri (giugno -
novembre 1919), partecipando come capo della delegazione nazionale alla
Conferenza di Pace di Parigi, senza però ottenere un miglioramento della
situazione italiana. Dimessosi dalla carica, fu infine presidente del Senato
(1920-29), socio nazionale dei Lincei (1921) e presidente dell'Accademia
d'Italia (1929-30) (Roma 1855 - Manziana, Roma 1931).