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Tiro.

L'atto o l'effetto dell'applicare una forza a un oggetto allo scopo di muoverlo dalla sua posizione: t. della fune. ║ Singolo atto di inspirazione del fumo: fammi fare un t. di sigaretta. ║ L'atto o l'effetto del tirare con un'arma da getto come attività sportiva (V. OLTRE). ║ L'atto o l'effetto del tirare con un'arma da fuoco (V. OLTRE). ║ Linea di t.: linea che il proiettile seguirebbe se non fosse soggetto alla forza di gravità. ║ Fig. - Alzare il t.: avanzare richieste più pretenziose, puntare a obiettivi più ambiziosi. ║ Fig. - A un t. di schioppo: detto di luogo assai vicino. ║ Fig. - Venire a t.: di persona o cosa che compare alla vista. ║ Azione dannosa compiuta a tradimento: gli ha giocato davvero un bel t.! • Mil. - Insieme delle operazioni compiute per lanciare un mezzo di offesa (proiettili, munizioni di caduta, ecc.) contro un obiettivo, mediante un'arma da getto o da fuoco. In base alle caratteristiche della traiettoria il t. può essere curvo, se eseguito con modesta velocità e ad angoli di proiezione prossimi o superiori ai 45°, o teso, se effettuato con elevata velocità iniziale e piccoli angoli di proiezione. Nel primo caso (tipico dei mortai e degli obici), la mira è indiretta e viene, perciò, effettuata mediante il calcolo della traiettoria del proiettile o l'uso di apposite tavole di t., contenenti i dati necessari al puntamento; nel secondo (caratteristico delle armi anticarro e delle artiglierie navali), la mira è diretta ed è eseguita con un congegno di mira posto sull'arma. Rispetto alle modalità di esecuzione, un t. può essere: diretto, se tra il puntatore e il bersaglio non è interposto alcun ostacolo, o, diversamente, indiretto; singolo, se eseguito con un solo proiettile, o multiplo, se compiuto con più proiettili contemporaneamente. Secondo gli scopi tattici che ci si prefigge di raggiungere con esso, il t. può essere: strategico, se riguarda il retrofronte; a tempo, qualora il proiettile esploda in aria sul bersaglio; a percussione, se il proiettile scoppia urtando il terreno o il bersaglio; di repressione, se eseguito per allontanare il nemico da una particolare posizione; di interdizione, se serve a impedire il transito del nemico attraverso punti di passaggio obbligato (ponti, valichi, ecc.); di contropreparazione, se volto a disorganizzare la capacità offensiva dell'avversario; di neutralizzazione, se finalizzato ad arrestare il nemico per un tempo determinato. ║ T. aereo: caratterizzato dall'elevata velocità dei proiettili e dalla rapidità di frequenza, il t. aereo può essere effettuato con armi di lancio fisse o collocate su torrette mobili (cannoncini o mitragliatrici), con missili e razzi autopropulsori agganciati all'aereo, con l'armamento di caduta (bombe e spezzoni). Notevolmente perfezionatosi nel corso della seconda guerra mondiale, quando vennero adottati collimatori e traguardi di puntamento che consentirono la valutazione automatica degli elementi variabili e il calcolo della correzione, il funzionamento del t. aereo subì un ulteriore miglioramento con l'introduzione di complessi sistemi di radioguida dei missili, direttamente collegati a calcolatori elettronici in grado di fornire i dati di t.T. navale: fino al XX sec., il t. navale si caratterizzò per una scarsa precisione, essendo eseguito con cannoni collocati sui ponti inferiori, lungo le murate delle navi. Notevoli miglioramenti si ebbero nel XX sec. con l'introduzione dei telemetri e, poi, dei radar. Per ovviare ai complessi problemi di puntamento e aggiustamento, quando le gittate superarono i 5.000-6.000 m, durante la prima guerra mondiale le navi furono dotate di particolari apparecchiature per la direzione del t. (dette ADT), comprendenti un congegno ottico per il puntamento simultaneo e continuo di tutti i pezzi dello stesso tipo (APG), un telemetro e una centrale di t.; il funzionamento di quest'ultima è controllato dal personale, al comando del direttore di t., mentre i dati di t. (caratteristiche del bersaglio, dell'atmosfera, sito, distanza, velocità relativa, ecc.), raccolti dagli apparecchi di misurazione e scoperta (radar, telemetri, ecogoniometri, ecc.), sono elaborati da macchine calcolatrici elettroniche e trasmessi in continuità alle armi che possono essere azionate a distanza automaticamente. ║ T. terrestre: l'utilizzo dell'artiglieria richiede una serie di procedimenti tecnici assai rigorosi. Una buona preparazione del t. necessita di una preparazione topografica, grazie alla quale viene determinata la posizione dei luoghi di particolare interesse nello schieramento nemico, e di una preparazione balistica, che consta dell'accertamento delle condizioni degli elementi di lancio (regime dei singoli pezzi, temperature delle cariche di lancio, ecc.) e delle condizioni atmosferiche (densità dell'aria, direzione e intensità del vento). Solo a questo punto è possibile decidere direzione, sito e distanza per i t. iniziali, ovviando, quindi, con t. di aggiustamento a eventuali inesattezze nei calcoli. ║ Tavole di t.: tabelle numeriche, diverse per ciascun tipo di artiglieria, che raccolgono i dati necessari per eseguire un t. una volta che siano stati determinate la direzione e la distanza del bersaglio. • Sport - Negli sport di palla, lancio della medesima, secondo le modalità previste da ciascuna disciplina. ║ T. libero: nel basket, t. effettuato da una distanza fissa di 3,6 m e senza opposizione avversaria a seguito di un fallo subito. ║ Nel baseball, l'invio della palla con la mano verso un determinato obiettivo. ║ T. di corda: nell'alpinismo, tratto di parete percorribile senza soste intermedie, di lunghezza pari a quella della corda (40-50 m). ║ Corsa a t.: nell'ippica, corsa al trotto con cavalli attaccati ai veicoli. ║ T. alla fune: esercizio popolare di forza fisica e di resistenza. I partecipanti sono suddivisi in due squadre e impugnano una grossa fune che cercano di tirare dalla propria parte; vince la squadra che riesce a far sorpassare agli avversari una linea mediana. Già noto nell'antichità, il t. alla fune fu ammesso alle edizioni delle Olimpiadi moderne del 1904, del 1908, del 1912 e del 1920. ║ T. a segno: sport che si svolge in aree attrezzate (poligoni) e che consiste nello sparare con armi da fuoco contro appositi bersagli, fissi o mobili, suddivisi in zone circolari concentriche, con punti dall'uno al dieci, e che variano per dimensioni e disegno. Le armi si distinguono in lunghe o da spalla (carabina libera di grosso calibro, carabina libera di piccolo calibro, carabina standard di piccolo calibro, carabina ad aria compressa) o corte (pistola automatica per il t. alle sagome rotanti o scomparenti, pistola automatica standard, pistola o rivoltella di grosso calibro, pistola ad aria compressa). Nel programma olimpico rientrano, in campo maschile, le seguenti prove: la carabina libera a tre posizioni (120 colpi alla distanza di 50 m dal bersaglio fisso); la carabina libera a terra (60 colpi a 50 m dal bersaglio fisso); il bersaglio mobile a dieci m (60 colpi con carabina ad aria compressa); la carabina ad aria compressa a 10 m (60 colpi su bersaglio fisso); la pistola libera (60 colpi a 50 m dal bersaglio fisso); la pistola automatica (60 colpi a 25 m dal bersaglio scomparente); la pistola ad aria compressa (60 colpi a 10 m dal bersaglio fisso). In campo femminile, invece, si hanno: la carabina standard a tre posizioni (60 colpi sparati alla distanza di 50 m dal bersaglio fisso); la carabina ad aria compressa a10 m (40 colpi alla distanza di 10 m dal bersaglio fisso); la pistola automatica standard (60 colpi alla distanza di 25 m su bersaglio fisso e scomparente); la pistola ad aria compressa a 10 m (40 colpi alla distanza di 10 m dal bersaglio fisso). Il t. a segno si diffuse in Italia a partire dalla seconda metà del XIX sec., con l'organizzazione della prima gara nel 1862 a Torino e l'istituzione nel 1882 del Tiro a Segno Nazionale (TSN), divenuto nel 1910 Unione Italiana di Tiro a Segno (UITS) e nel 1942 Federazione Italiana Tiro a Segno (FITS). I primi campionati italiani si svolsero nel 1925. ║ T. a volo: sport che consiste nel colpire particolari bersagli mobili nell'aria (piattelli) con fucili con canna ad anima liscia per cartucce a pallini calibro 12. Il t. a volo prevede tre specialità olimpiche: la fossa olimpica, in cui 15 macchine da lancio, suddivise in cinque gruppi da tre e disposte in linea retta in una trincea protetta da un tetto, sparano (su chiamata del tiratore ma con direzione e traiettoria casuale) il piattello, per colpire il quale il tiratore, posizionato in un'apposita pedana a 15 m dalle macchine, ha a disposizione due colpi; lo skeet, in cui i tiratori si alternano su otto pedane disposte sette a semicerchio e una al centro, potendo contare su un solo colpo per ciascun piattello (che viene sparato da due differenti macchine, una in alto a sinistra detta pull e una in basso a destra detta mark, secondo traiettoria e direzione fisse ma con intervalli di tempo di uscita variabili); il double trap, specialità introdotta nel programma olimpico dei giochi di Atlanta del 1996 e per molti versi analoga alla fossa olimpica, salvo che, a differenza di quest'ultima, vengono lanciati due piattelli contemporaneamente. Un colpo viene considerato valido quando il piattello resta frantumato o gli viene asportata una parte visibile, prima di toccare terra. Il t. al piattello prese piede negli Stati Uniti intorno al 1860, mentre in Italia si sviluppò solo dopo la prima guerra mondiale. La Federazione Italiana Tiro A Volo (FITAV) fu fondata nel 1926 a Roma. Non più praticato è il t. al piccione, che tanta fortuna ebbe nel XIX sec. e che consisteva nello sparare a volatili (solitamente piccioni) liberati da apposite gabbiette a comando del tiratore. ║ T. con l'arco: sport consistente nel tirare frecce (solitamente in carbonio) per mezzo di un arco, che può essere nudo, olimpico o compound, contro un bersaglio fisso. Il bersaglio, posizionato su un apposito sostegno in genere a 30, 50, 70 o 90 m dal tiratore, è costituito da un ottagono nel quale è disegnato un cerchio di 50 cm di diametro con altri cinque cerchi concentrici diversamente colorati; a ogni cerchio corrisponde un diverso punteggio che è maggiore in centro e minore man mano che si va verso la periferia. Il primo torneo fu disputato nel 1879 a Chicago; in Italia, invece, la diffusione di questo sport risale ai primi decenni del XX sec.: degli anni Venti è la fondazione dell'Unione Arcieri Italiani; del 1961 è quella della Federazione italiana t. con l'arco. • Trasp. - Insieme di due (o quattro o sei) cavalli attaccati a una carrozza (o a un carro), o anche la carrozza che viene trainata in questo modo.