Biol. - Principale ormone sessuale maschile,
appartenente al gruppo degli steroidi. Nell'essere umano viene prodotto in
massima parte nelle cellule interstiziali (di Leydig) del testicolo; in
quantità più ridotta viene creato dalla corteccia surrenale e
dalle ovaie. In questi distretti il
t. viene sintetizzato a partire da
radicali acetati attivi, attraverso le fasi del ciclo biosintetico degli
steroidi che vede la formazione del colesterolo e, da questo, di tutti gli
ormoni sessuali maschili e femminili. Nel testicolo il
t. si trova in due
forme stereoisomere: l'
androstenolone, o
t. propriamente detto,
che rappresenta la forma più attiva, e l'
epitestosterone, ad
attività assai più ridotta. La principale funzione dell'ormone
consiste nell'induzione e nel mantenimento dei caratteri sessuali maschili
primari e secondari e nell'attivazione della spermatogenesi. Esso inoltre agisce
da stimolante nella crescita dei tessuti somatici, come il tessuto muscolare, ed
è implicato nel corteggiamento, nel territorialismo e in tutti i
meccanismi comportamentali del sesso maschile. Come gli altri ormoni androgeni,
infine, ha attività anabolizzante, soprattutto nei confronti delle
proteine. La sua carenza produce la comparsa di creatinuria e la diminuzione,
nella muscolatura striata, di glicogeno e di altri composti. Viene degradato nel
fegato e i suoi cataboliti sono escreti attraverso le urine. Ottenuto prima per
via sintetica, è stato isolato per la prima volta nel 1935 dai testicoli
del toro. Dal punto di vista strutturale, il
t. è un ormone
steroideo a 19 atomi di carbonio.