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Terragni, Giuseppe.

Architetto italiano. Laureatosi al Politecnico di Milano, fu tra i fondatori del Gruppo 7 (1926) con L. Figini, G. Frette, S.S. Larco, A. Libera, G. Pollini e C.E. Rava. Il movimento, nato a Como, confluì, allargandosi, nel MIAR (Movimento Italiano di Architettura Razionale) partecipando nel 1928 e nel 1931 alla prima e alla seconda Mostra di architettura razionale, nel 1932 alla mostra del MIAR a Firenze e nel 1933 e nel 1936 rispettivamente alla V e VI Triennale di Milano. T. assunse ben presto un ruolo centrale nelle ricerche non figurative degli anni Trenta, sia per le posizioni teoriche sia per i progetti realizzati, destinati a imprimere una svolta significativa all'architettura italiana. Affrontò i problemi di progettazione con il rigore e la purezza tipici dei razionalisti, l'interesse per i nuovi materiali che si stavano affermando grazie al Costruttivismo e con la speranza di conferire validità europea alle realizzazioni nazionali. Nel 1927 espose alla Biennale di Monza il suo primo progetto: un'officina per la produzione del gas, seguita dall'edificio ad appartamenti Novocomum a Como (1927-28). Nel 1932 iniziò la Casa del Fascio di Como, ultimata nel 1936 su un modulo quadrato e ritenuta la più algida delle sue realizzazioni. Dal 1934 al 1936 costruì in collaborazione con P. Lingeri quattro abitazioni private a Milano; tra di esse la più significativa è Casa Rustici (1933-35) il cui volume, condizionato dalla forma del lotto, venne spezzato su due corpi collegati tra loro da lunghi balconi, resi più leggeri dai parapetti in tubi di ferro. Dal 1936 al 1937 si dedicò alla realizzazione di Villa Bianca di Seveso e dell'Asilo Sant'Elia a Como. Dal 1939 al 1940 progettò gli appartamenti Giuliani-Frigerio, in cui rivelò tutta la sua libertà di composizione. T. fu anche pittore affermato (Meda, Milano 1904 - Como 1943).