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Tarkovskij, Andrej Arsen'evič.

Regista cinematografico russo. Figlio del poeta Arsenij, si diplomò nel 1961 all'Istituto di cinematografia di Mosca; durante gli studi realizzò due importanti mediometraggi, Non ci sarà partenza per oggi (1959) e Il rullo compressore e il violino (1960), nei quali seppe mostrare il suo spirito innovativo e anticonformista. Del 1962 è il suo primo lungometraggio, L'infanzia di Ivan, nel quale è narrata la vicenda di un ragazzo, Ivan, utilizzato dai Russi come spia nelle retrovie tedesche durante la seconda guerra mondiale e destinato a venire catturato e ucciso. Ritratto drammatico di un'infanzia violata e sacrificata, il film, premiato a Venezia, aprì la strada ad Andrej Rublëv (1968-71), biografia romanzata del pittore di icone russo del quale è presentata una crisi creativa terminata con la consapevolezza dell'importanza del tentativo, più rilevante di qualsiasi risultato ottenuto. La pellicola venne bloccata per quattro anni dalla censura sovietica, nonostante il premio della critica a Cannes. Nel 1972 T. passò alla fantascienza con Solaris (V.), mentre nel 1975 realizzò l'opera autobiografica Lo specchio e nel 1979 Stalker, strano viaggio all'interno di una zona proibita nella quale è possibile realizzare ogni desiderio, metafora della ricerca, della fede, del sacro. Dopo questo film T. si trasferì a Parigi; nel 1983 girò Nostalghia, realizzato in Italia e teso alla dimostrazione del potere interpretativo dell'arte, e nel 1986 Sacrificio (premiato a Cannes), amaro e visionario, avente come tema principale il sacrificio dei beni materiali in nome di una salvezza dell'anima (Zaovraž'e, Ivanovo 1932 - Parigi 1986).