Il mais é uno dei grandi regali che ci ha fatto l'america del Sud, insieme al pomodoro, al cioccolato, la patata e altre cosette..una robetta da nulla.

di Simonetta Nepi - 

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La scoperta dell'America ha creato un processo di globalizzazione che quelli a cui stiamo assistendi oggi sono un non nulla, considerando anche la grossa mano che ci danno le tecnologie a diffondere conoscenze e curiositá.
E' anche vero che molti di questi alimenti sono entrati di uso comune in Europa dopo molti anni, se non secoli, come la patata e dobbiamo ringraziare un signor Parmentier per la sua diffusione.
Parmentier non ha invetanto la famosa zuppa, ma é stato l'agronomo che ha studiato e incentivato l'uso delle patate come alternativa alimentare. La loro coltivazione era proibita, non si considerava commestibile e siamo giá nel tardo settecento.
Il mais viene accettato prima: giá nel 1600 era in Italia dai Balcani il "granturco". Ed é diventato l'ingrediente simbolo del nord est, cosí usato da solo che ha causato la pellagra a causa della mancanza di integrazione vitaminica, cosa nota invece ai nativi sudamericano che elaboravano il mais in vario modo proprio per compensare queste carenze.
Il mais continua a essere la coltivazione principale in America del Sud e si usa in mille maniere di diverse, non solo come polenta.
I tamales sono un piatto che é presente un po' ovunque in questo lato di mondo con qualche variante tra i vari paesi. E' un piatto antichissimo, molto ma molto piú vecchio del nostro Cristoforo, Colombo ovviamente.
In Argentina sono un piatto tipico del nord ovest, la regione piú arida e affascinante, geograficamente e climaticamente lontana dalla piú famosa patagonia.
In un guscio fatto dalle foglie esterne della pannocchia, le brattee, si cucinano carne, uova e spezie avvolte in uno strato di polenta.
Il tutto é chiuso a pacchettino.
Una delizia portatile.
Ingredienti (per 6 tamales):
12 foglie secche di pannocchia di mais (ossia non si toglie, si tiene, so che non é l'igrediente piú facile da trovare, ma se andate in campagna o contattate qualche G.a.s o le comunitá latine lo trovate...spero)
2 tazze di farina di mais (500 gr)
1/2 litro di acqua
3 cucchiai di strutto
500 gr di carne di manzo tagliata con un coltello a pezzetti piccolissimi
1 cucchiano di cumino
2 uova sode
1 piccola cipolla tritata e soffritta in olio
tre cucchiai di uva passa idratata in acqua (facoltativo)
50 gr di olive verdi snocciolate e tritate
1 cucchiaino di pimenton (paprika dolce)
un po' di origano
Sale e pepe
Lavare le brattee e sommergerle in acqua calda sino a che siano flessibili e scolarle. In una casseruola preparare la polenta con la farina di mais e l'acqua e distribuirne metá sulle foglie di mais disposte a croce lasciando libera una parte che andrá piegata per formare il pacchetto. In una padella saltare la carne con lo strutto e rosolarla, se necessario aggiungere un po' d'acqua. Condirña con sale, pepe, pimenton, origano e cumino. Quando la carne é cotta, togliere dal fuoco e aggiungere le uova sode tritare, l'uva passa ammollata e strizzata, le olive e la cipolla. Mescolare bene il tutto. Collocare il ripieno sullo strato di polenta, coprire con altra polenta, schiacciare bene in modo che il rpieno resti rinchisuo e chiudere il pacchetto piegando le foglie una sull'altra. Chiudere il pacchetto con uno spago. Bollire i tamales in una pentola con acqua bollente salata per 30 di minuti. Scolarli, aspettare che si raffreddino un minimo ....e assaggiare la sorpresa...