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Taine, Hippolyte-Adolphe.

Storico, filosofo e critico francese. Allievo della Scuola Normale Superiore di Parigi, diretta da V. Cousin, fu costretto a rinunciare alla carriera universitaria e a dedicarsi all'insegnamento (1851) per l'avversione alle idee spiritualistiche sostenute dallo stesso Cousin. Lasciata la docenza, T. diede alle stampe alcuni testi che imposero il suo nome all'attenzione della cultura accademica di Francia; tra di essi ricordiamo: Saggio sulle favole di La Fontaine (1853), Saggio su Tito Livio (1856), Saggi di critica e storia (1858) e Storia della letteratura inglese (3 volumi, 1863). Nel 1864 ottenne la cattedra di Estetica e Storia dell'arte alla Scuola di belle arti di Parigi, dove tenne una serie di corsi (1865-69) sull'arte italiana, greca e fiamminga, pubblicati con il titolo di Filosofia dell'arte. Viaggiò in Italia e in Inghilterra, lasciando un puntuale resoconto delle proprie considerazioni in Viaggio in Italia (2 volumi, 1866) e in Note sull'Inghilterra (1872). La tragica esperienza della Comune e il conflitto franco-prussiano del 1870-71 indussero T. ad accostarsi alla politica, analizzando l'organizzazione statale della Francia (Le origini della Francia contemporanea, 6 volumi, 1876-94) e osservando, quindi, come la Rivoluzione francese e il regime conseguente si configurassero come una forma di rottura nel naturale svolgimento storico. Esponente del Positivismo, il filosofo tentò di fondare i propri presupposti ideologici su dati concreti e di modellare qualunque metodo, e i suoi approcci, su quello delle scienze naturali. Negò ogni presupposto finalistico alla realtà e la concezione spiritualistica dell'anima umana, soggette entrambe a processi deterministici; la filosofia diventò di conseguenza studio di sensazioni, di immagini derivate da esse e dei rapporti che si instaurano tra questi elementi. L'arte per T. non fu creazione del genio, ma prodotto della realtà che influenza l'individuo secondo tre varianti che egli individuò nella razza, intesa come complesso di caratteri psichici ereditari e peculiari di un popolo, nell'ambiente, definito come sistema di forze interagenti, e nel momento, ossia l'epoca storica in cui il singolo vive. Tra le altre opere dello scrittore citiamo anche Sull'intelligenza (2 volumi, 1870), il maggiore testo filosofico e l'estremo tentativo di T. di ricondurre la vita spirituale alle leggi naturali (Vouziers, Ardenne 1828 - Parigi 1893).