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Suriname.

Stato (163.820 kmq; 414.000 ab.) dell'America Meridionale. Bagnato a Nord dall'Oceano Atlantico, confina a Est con la Guyana Francese, a Sud con il Brasile, a Ovest con la Guyana. Capitale: Paramaribo. Città principali: Brokopondo, Nieuw Amsterdam, Totness, Albina, Nieuw Nickerie, Onverwacht. Ordinamento: Repubblica. L'Assemblea nazionale, formata da 51 membri eletti a suffragio universale, con mandato di cinque anni, cui spetta il potere legislativo, elegge, con l'apporto di altri grandi elettori, il presidente della Repubblica, in carica per cinque anni. Al presidente formalmente spetta il potere esecutivo, esercitato, però, nella sostanza dal Governo, responsabile di fronte all'Assemblea nazionale. Moneta: fiorino di S. Lingua ufficiale: olandese; diffusa fra gli indigeni la lingua caribe. Religione: induista, cattolica, musulmana, protestante. Popolazione: il S. presenta una grande varietà di gruppi etnici. Gli Indo-Pakistani (37%) rappresentano il gruppo più numeroso; essi, al pari dei Giavanesi (14%) e dei Cinesi (3% circa), giunsero ai tempi della colonizzazione olandese per lavorare nelle piantagioni. Un altro gruppo etnico consistente è costituito dai Creoli (31%), che, insieme alla minoranza bianca (2%), occupano le posizioni di maggior rilievo in campo politico-economico. I Saramacca o Bush Negroes rappresentano l'8% della popolazione; essi discendono dagli schiavi di colore. Più esigua (3% del totale) è la rappresentanza degli Amerindi, che vivono lungo i fiumi in piccoli gruppi.

GEOGRAFIA

Morfologia: nella sezione meridionale del S. il territorio è prevalentemente montuoso, anche se l'altezza massima di questi rilievi non supera i 1.280 m del Julianatop nei Monti Wilhelmina. All'estremità meridionale del Paese la Serra Tucumaque separa l'Oceano Atlantico dal bacino amazzonico. Il resto del Paese, se si esclude una zona intermedia di lievi ondulazioni, presenta pianure di origine alluvionale che, nella fascia costiera, danno luogo a paludi. ║ Idrografia: il S. è attraversato da numerosi fiumi, che scorrono dai rilievi in direzione dell'Atlantico. Questi fiumi, alimentati da copiose precipitazioni, sono caratterizzati da una portata abbondante e arrecano al Paese un duplice beneficio economico: per il loro potenziale idroelettrico, considerata la presenza di numerose rapide e cascate, e per la loro navigabilità nel tratto pianeggiante. I fiumi principali sono il Suriname (da cui si forma il Lago di Brokopondo), il Coppename, il Nickerie, il Corantjin e il Marowijne, che scorrono rispettivamente lungo la frontiera occidentale e orientale del Paese. ║ Clima: il S. presenta un clima equatoriale, caldo-umido; le temperature, benché mitigate dagli alisei che soffiano da Nord-Est, sono elevate durante tutto l'anno. Manca una stagione secca propriamente intesa, in quanto due brevi stagioni secche separano due stagioni delle piogge molto vicine tra loro (aprile-agosto e novembre-febbraio). Le precipitazioni sono, quindi, abbondanti. Logica conseguenza di questa piovosità è lo sviluppo estesissimo della foresta equatoriale.
Cartina del Suriname


ECONOMIA

L'economia del S., Paese ricco di risorse naturali non adeguatamente valorizzate, non è ancora riuscita a emanciparsi dal dominio delle società estere nei settori più produttivi, pesante eredità del passato coloniale. Nonostante un PIL pro capite superiore alla media dei Paesi sudamericani, permangono gravi sperequazioni sociali. L'agricoltura, nella quale è impiegato il 15% della popolazione attiva, si basa prevalentemente sulla coltivazione del riso (4/5 delle aree coltivate), destinato al fabbisogno interno e, in una certa misura, all'esportazione; fra le altre colture si segnalano quella delle banane, degli agrumi, della palma di cocco, della palma da olio, della canna da zucchero. Notevole il patrimonio forestale, anche se non viene adeguatamente sfruttato. Redditizia si dimostra la pesca di crostacei, per lo più destinati all'esportazione. Tra le risorse minerarie, è significativa l'estrazione della bauxite (i giacimenti più cospicui si trovano ad Accaribo, Paranam e Moengo), che viene in parte esportata greggia e in parte lavorata in loco. La bauxite, insieme ai suoi derivati, allumina e alluminio, copre oltre ― del valore complessivo delle esportazioni. La maggior parte dell'energia elettrica disponibile è prodotta dalla centrale idroelettrica alimentata dalla diga di Afokaba, sul fiume S. Il settore industriale, complessivamente modesto, è attivo in particolare nel campo della lavorazione delle risorse minerarie; esistono, inoltre, industrie alimentari, impianti per la lavorazione del cemento e del legno. Il commercio estero si presenta in attivo, grazie alle esportazioni. Le importazioni sono rappresentate soprattutto da petrolio e altri combustibili. Piuttosto carente appare la rete delle comunicazioni stradali (con eccezione della regione costiera) e ferroviarie. Molto importanti le vie d'acqua all'interno del Paese; Paramaribo è sede del porto più importante.

STORIA

I primi abitatori del S. furono i Surinen, che diedero il nome al Paese. Successivamente, in epoca storica, si costituirono alcuni insediamenti di Indi Caribi e Arawak. Nel 1650 il S. fu colonizzato dagli Inglesi, che avviarono un'economia di piantagione, basata sullo sfruttamento di schiavi africani. In seguito al Trattato di Breda (1667), la colonia venne ceduta agli Olandesi (sotto i quali, più tardi, assunse il nome di Guyana Olandese). Il XVIII sec. fu caratterizzato da continue rivolte di schiavi, che si ritirarono nelle foreste; da questa situazione scaturì la nascita di una società di carattere tribale che nel 1760 ottenne la sua autonomia. Dopo un periodo di occupazione inglese, tra il 1799 e il 1816, il S., su cui si appuntavano anche le mire francesi, ritornò sotto il dominio olandese (con l'eccezione di alcuni territori, situati a Ovest, che formarono la Guyana Britannica). L'abolizione della schiavitù, nel 1863, comportò la necessità di reclutare manodopera per le piantagioni. Per questa ragione si ebbe un massiccio afflusso di lavoratori asiatici e si registrò un progressivo passaggio dall'agricoltura di piantagione alla risicoltura e alla produzione di riso e di frutta. Nel 1954 alla Guyana Olandese fu riconosciuta, all'interno dei Paesi Bassi, una forma di autogoverno, basata su un regime parlamentare a suffragio universale. La vita politica della regione, in seguito, fu caratterizzata dall'antagonismo tra il Partito nazionale del S., sostenuto dalla maggioranza nera e mulatta e fautore dell'indipendenza, e il Partito progressista riformista, che raccoglieva i suffragi delle popolazioni asiatiche e si schierava per il mantenimento dei legami con la madrepatria. Nel novembre 1975, il S. ottenne l'indipendenza e nel 1977 il primo ministro Henk Arron allargò l'esecutivo a partiti che rappresentavano le differenti etnie. Il Paese, tuttavia, doveva fare i conti con gravi problemi di natura economica, legati al crollo del prezzo della bauxite e all'emigrazione, di manodopera specializzata, verso i Paesi più sviluppati. Nel febbraio 1980, un colpo di Stato militare pose fine al regime democratico. Altri due colpi di Stato si succedettero rapidamente, fino a portare al potere, nel 1981, il colonnello Desi Bouterse, che inaugurò una politica economica di austerità e in politica estera si avvicinò a Cuba. Il ritiro degli aiuti economici olandesi (1982) fu tra gli elementi che indussero Bouterse a rivedere le proprie scelte; nel 1985, infatti, egli diede il mandato a un'Assemblea nazionale di preparare una nuova Costituzione, che il popolo approvò con il referendum del settembre 1987 (nel Paese, nel frattempo, era esplosa la guerriglia del Movimento per la liberazione del S., espressione del gruppo dei Bosch Neger, che vedeva minacciata la propria autonomia). A novembre dello stesso anno si tennero le elezioni, che videro l'affermazione del Fronte per la democrazia e lo sviluppo e aprirono la strada alla presidenza di Ramsewak Shankar. Nel giugno 1989, in seguito alla concessione di un'amnistia, venne concluso un accordo con il Movimento per la liberazione del S. Nel dicembre 1990 vi fu un nuovo colpo di Stato militare, che esautorò il Governo Shankar; nelle elezioni del maggio 1991, tuttavia, si affermò il Nuovo fronte, formato dalle forze vittoriose nelle elezioni del 1987, con l'aggiunta del Partito del lavoro del S. Nel settembre dello stesso anno fu eletto presidente della Repubblica il candidato del Nuovo fronte, R. Venetian. Nel 1992 venne siglato, con i Paesi Bassi, un accordo di assistenza economica e nel 1995 il S. aderì alla Comunità Caribica. Tuttavia, nel Paese, afflitto da difficoltà economiche e alle prese con i problemi di convivenza tra diverse etnie, rimase forte l'instabilità politica. Eletto J. Wijdenbosch presidente della Repubblica nel 1996, la coalizione eterogenea che lo appoggiava si disgregò presto, consegnando il Governo al Partito nazionale dell'ex dittatore Desi Bouterse. Un susseguirsi di problemi economici (alto tasso d'inflazione, accrescimento del debito estero, mancato pagamento dei salari governativi, ecc.) caratterizzò il biennio 1998-99 e nel maggio del 1999 uno sciopero nazionale portò il Paese alla paralisi. Affrontando il malcontento crescente, J. Wijdenbosch decretò nuove elezioni legislative (maggio 2000) che delegarono il potere al Nuovo fronte di R. Venetian, rinominato quindi presidente della Repubblica (agosto 2000). La principale forza d'opposizione all'interno dell'Assemblea nazionale andò raccogliendosi in una coalizione retta da D. Bouterse, su cui pesava tuttavia (dal 1997) un mandato d'arresto internazionale per traffico di stupefacenti richiesto dei Paesi Bassi. Il S., non avendo alcun trattato di estradizione con la Nazione europea, rifiutò di consegnare il politico che venne quindi condannato in contumacia (giugno 2000); nel novembre dello stesso anno, inoltre, l'alta Corte olandese promosse un'ulteriore inchiesta sul ruolo dell'ex dittatore per gli omicidi di 15 oppositori governativi verificatisi nel 1982.