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Superlativo.

(dal latino tardo superlativus, der. di superferre: portare in alto). Superiore a tutti, sommo, eccellente, sublime. ║ Enfatico, iperbolico. • Ling. - Grado s. o s.: il grado s. di un aggettivo qualitativo o di un avverbio (raramente di un sostantivo) è il grado più alto in cui è presente una determinata qualità. Si parla di s. assoluto quando la presenza di una qualità nel grado più intenso viene presa in considerazione in se stessa, senza far riferimento a elementi di comparazione. Il s. assoluto si forma col suffisso -issimo (bravissimo) o con morfemi come molto, arci-, extra-, stra- (molto bravo). Casi particolari sono rappresentati da alcune forme di derivazione latina, come ottimo (s. assoluto di buono). Si parla, invece, di s. relativo, quando la qualità è considerata in relazione a una classe di riferimento; il s. relativo si forma ponendo l'articolo davanti alla forma del comparativo: il più forte della squadra. Si possono definire, poi, s. enfatici quei s. impropri creati da aggettivi non suscettibili di gradualità o già contenenti in sé un concetto superlativo: primissimo, ultimissimo. Rientrano in questo ambito anche alcuni superlativi di sostantivo, come padronissimo. Una tendenza della lingua contemporanea (ma con radici fin nell'età barocca) ha determinato la creazione del superlativo di un sostantivo con riferimento a certe sue qualità intrinseche (campionissimo).