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Strauss, Richard.

Musicista tedesco. Figlio di un cornista della cappella di corte di Monaco, fu avviato prestissimo allo studio del pianoforte e del violino. Fu anche precocissimo compositore. La Serenata op. 7 per fiati, composta nel 1881, attirò su di lui l'attenzione di H. von Bulow, che lo fece nominare a soli 21 anni secondo direttore d'orchestra nel teatro di corte di Meissinger. Decisivo fu l'incontro con A. Ritter, fervido sostenitore di R. Wagner e F. Liszt, che lo confermò nella convinzione che il poema sinfonico si addiceva alla sua personalità assai meglio della musica da camera cui si era dedicato in precedenza. Sotto l'influenza di Ritter compose Aus Italien (1886) e, tra il 1888 e il 1889, i suoi migliori poemi sinfonici: Don Giovanni, Morte e Trasfigurazione, Macbeth. Dal 1886 al 1889 S. fu secondo direttore all'Opera di Monaco; in questo periodo compose anche la Sonata op. 18 per violino e pianoforte, numerosi Lieder (tra i quali alcuni dei più celebri). Nel 1889 passò al teatro di Weimar, ove diresse tutte le opere di Ch.W. Gluck, W.A. Mozart e R. Wagner. Nel biennio 1891-93 compì numerosi viaggi all'estero, portando a termine nel contempo la composizione della prima opera teatrale, Guntram, di stile wagneriano. Nel 1896 fu nominato primo direttore d'orchestra dell'Opera di Monaco. Dal 1898 al 1919 fu direttore all'Opera di Berlino e, quindi, direttore all'Opera di Vienna fino al 1924, mentre nella sua duplice veste di compositore e direttore d'orchestra compiva trionfali tournée nelle principali capitali europee. Senza abbandonare il poema sinfonico, S. intensificò in questi anni la produzione destinata al teatro musicale. Si ricordano i poemi sinfonici Till Eulenspiegel (1895), Così parlò Zarathustra (1896), Don Chisciotte (1898), la Sinfonia domestica (1903), la Sinfonia delle Alpi (1915), le opere Salomè (1909), Elettra (1909), Il cavaliere della rosa (1911), Le Bourgeois gentilhomme (1912), dal quale fu poi rielaborato quale opera autonoma l'intermezzo Arianna a Nasso (1917), La donna senza ombra (1919), Intermezzo (1924), i balletti Josephslegende (1914) e Schlagobers (1924). All'ultimo periodo dello S. operista appartengono Arabella (1933), La donna silenziosa (1935), Capriccio (1942); tra le composizioni orchestrali spicca Metamorphosen per 23 archi solisti (1945). Con S., considerato il maggiore epigono wagneriano, si esaurisce l'esperienza del Romanticismo musicale. Egli ha saputo coltivare la forma del poema sinfonico a soggetto assecondando la sua naturale inclinazione al descrittivismo musicale e al virtuosismo orchestrale, per i quali il compositore riesce a realizzare effetti imitativi-onomatopeici destinati a suscitare nel pubblico meraviglia e ammirazione. Se tale sfoggio di tecnica orchestrale giunge a esiti di indubbia genialità, come in Zarathustra o nel Don Chisciotte, in altre occasioni (nei suoi ultimi poemi sinfonici, come la Sinfonia delle Alpi), la grandiosità e l'imponenza dei mezzi non bastano a nascondere la banalità di forme stereotipate. Nella produzione teatrale S. raggiunge i vertici della sua arte in Salomè ed Elettra, che segnano l'affermazione di uno stile violentemente espressionistico nella rappresentazione di una sensualità tormentosa e divorante. Il compositore ha dato prova di possedere anche il gusto del faceto e un'aspirazione alla levità di tono mozartiano ne Il cavaliere della rosa, misto di operetta e di elementi tipici del Lied, e prima ancora, in Till Eulenspiegel. Anche Le Bourgeois gentilhomme e l'intermezzo Arianna appartengono a questo versante dell'ispirazione straussiana, la quale continua (anche se in modo discontinuo), con Intermezzo e Arabella sino alle Metamorphosen. Sugli ultimi anni di vita del musicista calò l'onta di connivenze più o meno esplicite con il regime nazista, e anche dal punto di vista del gusto musicale egli si ritrovò superato dalle nuove tendenze artistiche nel dopoguerra (Monaco 1864 - Garmisch-Partenkirchen, Baviera 1949).