Filosofo e teologo tedesco. Massimo
rappresentante della critica religiosa della sinistra hegeliana, fu allievo di
G.W.F. Hegel e F.D.E. Schleiermacher. La pubblicazione de
La vita di
Gesù (1835) sollevò aspre polemiche e fu oggetto di attacchi
tali da precludergli la carriera universitaria. In tale opera
S.,
muovendo dall'affermazione hegeliana di religione come mito, giunse a negare
la storicità di Gesù, attribuendogli unicamente un valore
simbolico e mitologico. In tal senso
S. considerò la narrazione
evangelica e, più in generale, l'intero contesto della fede religiosa,
come un racconto fantastico, un mito originato dalla pietà religiosa
popolare in attesa del Messia e dalla forte impressione suscitata dalla
personalità di Gesù. Nonostante le polemiche seguite al suo primo
lavoro,
S. scrisse altre opere riguardanti la dottrina cristiana
(
Dogma cristiano, 1841;
La vecchia e la nuova fede, 1872) che
ebbero grande diffusione e risonanza (Ludwigsburg, Württemberg
1808-1874).