Lett. - Forma di lirica amorosa, sviluppatasi nel
Quattrocento in Sicilia e in Toscana. Mutuato dal provenzale
estrabot,
che indicava un tipo di componimento satirico, il termine passò a
designare un breve componimento amoroso (sei o otto versi endecasillabi) di
intonazione popolare. Varie le forme metriche dello
s., che vanno dalla
sestina (ABABAB) e ottava siciliane (ABABABAB) alla sestina (ABABCC) e ottava
toscane (ABABABCC) e ad altre forme, diffusissime nel Settentrione, per le quali
si può ipotizzare la confluenza di più tradizioni. Lo
s. si
presenta sia come struttura a sé stante (
s. spicciolato) sia in
serie continuate. Nell'ambito della poesia d'arte quattrocentesca, abbiamo
s. composti da A. Poliziano, Lorenzo il Magnifico, L. Giustinian e altri.
Nei secc. XV-XVI lo
s., con testo in ottave, fu anche musicato nello
stile delle frottole; alcuni esempi sono contenuti nelle raccolte stampate da O.
Petrucci. Lo
s. ebbe un breve periodo di rinascita nel secondo Ottocento,
ad opera di poeti come G. Carducci, G. Pascoli, S. Ferrari.