Dispositivo di comando delle ruote direttrici di un
veicolo atto a variare la direzione di marcia. L'applicazione più
semplice del meccanismo di
s. si ha nelle biciclette e nei veicoli con
telaio a triciclo, in cui basta variare la direzione della ruota anteriore,
tramite un manubrio, per mutare la traiettoria. Per i veicoli a quattro ruote il
cambiamento di direzione è ottenuto da un meccanismo che agisce
contemporaneamente sulle due ruote anteriori, in modo che queste ultime
descrivano in curva archi aventi lo stesso centro
O, coincidente con il
centro comune delle traiettorie delle due ruote posteriori; il comando di
direzionalità è impresso alle ruote tramite un volante che agisce
su un albero (
piantone) munito di cremagliera, accoppiata a una vite
senza fine, solidale a un sistema di tiranti direttamente connessi ai fusi di
snodo delle ruote. La trasmissione attraverso la cremagliera e la vite senza
fine avviene con un rapporto di riduzione molto elevato, in modo da ottenere lo
spostamento delle ruote con una piccola rotazione del volante; per permetterne
la lubrificazione e avere così una risposta molto sensibile al comando di
guida, i due ingranaggi sono racchiusi in un involucro, detto
scatola dello
s. I veicoli molto pesanti, autocarri con più di quattro ruote oppure
trattori con elevata manovrabilità, sono dotati di comando di
s.
su quattro ruote. È ormai diffuso, sia per i veicoli pesanti, sia per le
automobili, l'impiego di un moltiplicatore dello sforzo del conduttore, detto
servosterzo, che rende più agevole l'utilizzo dello
s. a
bassa velocità e ne aumenta la stabilità a velocità
elevata; la trasmissione dell'energia per l'amplificazione dello sforzo avviene
mediante un sistema di tipo idraulico. I principali componenti di un servosterzo
idraulico sono la centralina oleodinamica, che fornisce l'energia necessaria
tramite una pompa volumetrica mossa direttamente dal motore, la valvola di
comando, che costituisce l'organo di connessione tra il conducente e il sistema
di tiranti, e il cilindro attuatore, che costituisce l'organo dello sforzo
sterzante; valvola e cilindro sono collegati sempre da un opportuno meccanismo
di controreazione che, mediante un confronto tra la rotazione impressa al
volante e quella trasmessa alle ruote, consente di generare uno sforzo
proporzionale alla loro differenza. Il tipo più recente di servosterzo,
detto
servotronic, è gestito da una centralina elettronica il cui
segnale è funzione anche della velocità istantanea
dell'autoveicolo, il che consente di stabilizzare notevolmente la sterzata in
rapporto alla velocità di marcia.
Sterzo 1 a cremagliera 2 a vite e rullo 3 a vite e madrevite. 4 servosterzo idraulico