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Stein, Gertrude.

Scrittrice statunitense di origine ebraica. Trascorse l'infanzia a Vienna, trasferendosi poi a Parigi; ritornata negli Stati Uniti, fu allieva di W. James al Radcliffe College, dove studiò Psicologia, laureandosi nel 1897. Nello stesso anno si iscrisse alla facoltà di Medicina della John Hopkins University, senza tuttavia conseguire la laurea. Nel 1903 si stabilì a Parigi con il fratello Leo, e nella capitale francese visse fino alla morte insieme con la compagna A.B. Toklas, cui dedicò la sua opera più conosciuta, L'autobiografia di Alice B. Toklas (1933). Per il suo interesse nei confronti della letteratura e dell'arte entrò presto in contatto con i maggiori esponenti dell'avanguardia artistica, postimpressionista e cubista, che operavano a Parigi, e si legò d'amicizia con H. Matisse, G. Braque e P. Picasso, dei quali divenne la munifica sostenitrice. Come scrittrice esordì nel 1909 con il romanzo Tre esistenze, storia di tre figure femminili, il cui ritratto è delineato dalla S. attraverso l'impiego di un dialogo realistico e incalzante; dei tre racconti che compongono l'opera, particolare interesse riveste il secondo, Melanchta, il quale costituì un modello per gli scrittori della generazione successiva come S. Anderson ed E. Hemingway. Al 1914 risale Teneri germogli, singolare raccolta di poesie in prosa, nelle quali è stato riscontrato dai critici l'influsso delle teorie intuizionistiche di H. Bergson: i versi della S., nei quali sono abolite logica e grammatica, ebbero un'influenza considerevole su autori come W.B. Yeats, W. Lewis ed E. Pound. Il procedimento di rinnovamento linguistico tentato in poesia fu esperito dalla S. anche nella narrativa: nel 1925 venne pubblicato il monumentale romanzo La formazione degli Americani, che rappresenta il tentativo di dar vita a una nuova struttura linguistica, volutamente ardua e poco comprensibile, fondata su una tecnica di scomposizione dei periodi affine a quella messa in atto dalla pittura cubista. Anche in questa forma narrativa appare chiaro il debito della scrittrice nei confronti della filosofia di Bergson: del resto, la stessa S. trattò a più riprese i concetti della bergsoniana teoria del tempo, da lei definita "teoria del presente continuo" e concepita come variazione sul tema del "monologo interiore". La medesima tecnica impiegata dalla S. già nella seconda decade del secolo venne più tardi ripresa e perfezionata da J. Joyce. Al termine del primo conflitto mondiale, durante il quale si era prodigata per recare conforto ai militari feriti e ricoverati negli ospedali, la S. riaprì il suo celebre salotto parigino, in rue de Fleurus; lo frequentarono e vi si raccolsero allora non pochi fra i giovani e promettenti scrittori americani espatriati, quali S. Anderson, E. Hemingway, E. Pound, Dos Passos e F.S. Fitzgerald, rappresentanti di quella che la S. usava chiamare lost generation (generazione perduta). Negli anni Venti videro la luce due sue commedie, Devono sposarsi con la moglie e Quattro santi in tre atti. Grande successo, anche di pubblico, ebbe la già menzionata Autobiografia di Alice B. Toklas (1933), racconto degli anni vissuti a Parigi accanto ai più famosi artisti e letterati. Nel 1934 la S. tornò in America, dove tenne una serie di lezioni nelle principali università, poi raccolte in Conferenze in America (1935). All'esperienza statunitense, nonché ai ricordi della vita e delle amicizie parigine, consacrò L'autobiografia di tutti (1937), mentre il saggio Picasso (1938) costituisce l'esposizione del suo pensiero intorno alla pittura contemporanea. Agli scrittori espatriati, in particolare a quelli americani, e alla loro influenza sulla letteratura contemporanea degli Stati Uniti dedicò, nel 1940, il volume Paris, France. Rifugiatasi in un paesino della campagna francese durante il secondo conflitto mondiale, la S. ebbe modo di incontrare molti soldati americani che avevano partecipato allo sbarco in Normandia: da quell'esperienza nacque Guerre che ho visto (1945), in cui sono raccolte le conversazioni avute con i suoi compatrioti in armi e le memorie personali delle due grandi guerre. Parimenti ispirato al secondo conflitto mondiale è Brewsie e Willie (1946). Scrittrice prolifica, anche se non sempre omogenea nei risultati e non di rado artificiosa e prolissa, cercò in ogni sua opera di innovare le tecniche narrative attraverso lo sperimentalismo linguistico e la continua commistione di generi letterari. Della sua vastissima produzione si ricordano ancora: Composizioni come spiegazione (1926), Sapere utile (1928), Come scrivere (1931), Storia geografica dell'America (1936), Ida (1941), Le cose come sono (postumo, 1950). Infine, è da sottolineare l'influenza che la S. esercitò sull'ambiente letterario della sua epoca: nel suo salotto sorsero anche le riviste "Broom", "This Quarter" e "Transition"; per sua iniziativa fu inoltre fondata la casa editrice Contact Editions (Allegheny, Pennsylvania 1874 - Neuilly-sur-Seine, Parigi 1946).