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Stampa.

La tecnica di imprimere e riprodurre scritte e disegni, attraverso procedimenti tipografici: dare alle s. ║ Il risultato di un'operazione di s.: s. perfetta. ║ Opuscolo inviato per posta: nella cassetta delle lettere trovo ogni giorno un sacco di s. ║ Con significato generico, tutto quello che viene pubblicato e diffuso per mezzo di riviste e giornali: s. clandestina. ║ Ufficio s.: ufficio attivo presso enti, aziende, partiti, ecc., incaricato di predisporre comunicazioni e/o commenti da inviare agli organi di informazione. ║ Con valore collettivo, i giornalisti: alla cerimonia d'inaugurazione della mostra non mancava la presenza della s.Addetto s.: persona incaricata di curare i rapporti con la s. ║ Riproduzione di disegni incisi con varie tecniche grafiche e utilizzanti materiali diversi (V. XILOGRAFIA, SERIGRAFIA, CALCOGRAFIA, LITOGRAFIA). ║ Operazione mediante la quale vengono impressi disegni: s. dei tessuti. • Encicl. - Il più antico sistema di s. è quello xilografico. Utilizzata dai Cinesi parecchi anni prima della nascita di Cristo per la lavorazione delle stoffe, la tecnica della xilografia (V.) fu estesa alla scrittura in epoca medioevale. L'invenzione dei caratteri mobili, realizzata da J. Gutenberg attorno al 1450, costituisce l'origine dei sistemi di s. a rilievo con metodo tipografico (V. TIPOGRAFIA). I primi caratteri mobili furono gotici, quindi N. Jenson introdusse i caratteri romani (1470) e A. Manuzio quelli italici (1494). La loro forma fu eseguita manualmente fino al XIX sec., allorché furono create le prime macchine fonditrici meccaniche. Con la nascita della tipografia, fecero la loro comparsa anche le macchine da s.: Gutenberg utilizzava il torchio a braccio, che rimase in uso fino al 1783, quando, per merito di Didot e Brichet, fu dotato di un'incastellatura in ferro e di un piano di rame. Nel 1807 A. Stanhope costruì una macchina da s. completamente metallica che permise di raddoppiare la produzione giornaliera, mentre nel 1816 A. Koenig ideò la macchina piano-cilindrica, ancor oggi in uso. L'affermazione del sistema tipografico fu favorito dall'invenzione delle macchine fotocompositrici: nel 1886, G. Mergenthaler realizzò la linotype, mentre quasi nello stesso periodo T. Lanston costruì la prima monotype. Verso il 1796, L. Senefelder inventò il sistema litografico (V. LITOGRAFIA), poi perfezionato da I. Rubil nel 1904. Più antiche sono le origini del metodo calcografico (V. CALCOGRAFIA), che trovò la prima applicazione su carta nel 1452 per opera dell'orafo fiorentino Maso Finiguerra; a questo metodo si può ricondurre la s. rotocalco, sorta all'inizio del XX sec. Nel dopoguerra, con l'incremento della diffusione dei periodici e, in particolare, dei quotidiani, emerse la necessità di superare le difficoltà legate alla distanza tra luogo di produzione e aree di distribuzione delle pubblicazioni, cosicché i processi di s. vera e propria si vennero collegando con tecnologie in grado di trasmettere per mezzo di ponti radio o di cavi i clichés di interi giornali. Negli anni Settanta, poi, la stessa composizione tipografica iniziò ad avvalersi dei progressi dell'elettronica e dell'ottica; in questo modo, la composizione in piombo venne sostituita da fotocompositrici con generazione dei caratteri e la fotoriproduzione cominciò a essere realizzata con selezionatori elettronici (scanner). Per quel che concerne la storia dei processi di s. comunemente definiti “minori”, basti qui ricordare che al 1855 risale l'invenzione da parte di Patevin del metodo fototipico, mediante il quale si ottengono immagini fotografiche su pietra litografica (o su vetro granulato, come ideato nel 1869 da J. Albert) ricoperta di gelatina sensibilizzata al bicromato, e alla fine del XIX sec. quella del processo all'anilina o flessografia, mentre la serigrafia (s. attraverso tessuti di seta) era procedimento noto già agli antichi Egizi. • Tecn. - Una prima distinzione che si può attuare tra le varie tecniche di s. rimanda al supporto utilizzato, che può essere o meno cartaceo. Nel caso il supporto sia cartaceo, a seconda del tipo di forma da s., si distinguono vari procedimenti di s.: s. rilievografica, in cui gli elementi stampanti che ricevono l'inchiostro (grafismi) sono in rilievo, a differenza delle parti che non devono essere stampate (contrografismi), che sono incavate (appartengono a questa categoria la tipografia tradizionale e la flessografia); s. incavografica, in cui i grafismi sono incavati rispetto ai contrografismi (la s. rotocalco è la sua applicazione industriale); s. planografica, in cui tanto i grafismi quanto i contrografismi sono sullo stesso piano (le sue applicazioni industriali sono la litografia tradizionale – stampa planografica diretta – e la stampa offset e roto-offset - stampa planografica indiretta); s. permeografica, in cui la forma da s. è data da tessuti a maglie fitte permeabili solo nelle zone da stampare (la serigrafia è la sua applicazione industriale). Ulteriori distinzioni possono essere fatte in relazione alle macchine da s. A questo riguardo, rispetto al modo in cui viene esercitata la pressione del foglio si possono distinguere: macchine piano contro piano (o platine), dove la pressione è ottenuta tra due superfici piane (una recante la forma e l'altra il supporto); macchine piano-clindriche, se la pressione avviene tramite contatto di un cilindro rotolante sul piano che porta il foglio; macchine rotative, se interagiscono due cilindri, uno di pressione e l'altro portaforma. Rispetto, invece, al sistema di alimentazione della carta, si possono avere: macchine da foglio, nelle quali la carta giunge agli organi di s. foglio per foglio; macchine da bobina, nelle quali la carta entra a forma di nastro continuo per essere, dopo la s., tagliata e piegata. Accanto a queste tecniche di s. a impatto (o a matrice analogica o anche a matrice fisica), esistono, poi, le più recenti e sofisticate tecniche di s. a non impatto e a matrice digitale; queste tecniche sfruttano i principi dell'elettrofotografia (o xerografia) e conducono, pertanto, al prodotto stampato mediante l'invio di dati digitali codificati da un elaboratore elettronico alle macchine di s. Da un punto di vista tecnologico, non dissimile è la s. su supporti non cartacei (s. su carta metallizzata, su ceramica, su vetro, di oggetti rigidi). ║ Un discorso a parte merita, tuttavia, la s. dei tessuti; nata in India secondo alcuni, in Cina secondo altri, prese piede in Europa non prima del XVII sec. (del 1689 è la prima fabbrica di cui si abbia notizia), affermandosi definitivamente nei secoli successivi con l'invenzione da parte di L.-J. Perrot della macchina perrotine (1830) e con l'introduzione dei coloranti artificiali. I procedimenti più diffusi per la s. dei tessuti sono: la s. a mano, realizzata con stampi di legno o metallo con disegni in rilievo, spalmati di colore e premuti sul tessuto per mezzo di un mazzuolo di legno; s. a quadro (o alla lionese), effettuata manualmente o tramite un'apposita macchina, costituita da un numero di quadri in tessuto solo in parte permeabile uguale a quello dei colori da riportare sul tessuto da tingere; la s. a rullo, compiuta tramite rulli di rame incisi a incavo; la s. a spruzzo (o per aerografia), eseguita con una pistola ad aria compressa, previa delimitazione del disegno con negativi di cartone o di metallo. Indipendentemente dal tipo di procedimento impiegato, la s. dei tessuti può anche essere: diretta, quando l'inchiostro viene applicato direttamente sul tessuto; indiretta, quando si applica prima il mordente e dopo il colore, cosicché il tessuto risulterà tinto solo nelle zone spalmate di mordente; per corrosione, quando si tinge tutto il tessuto, stampandolo, quindi, con sostanze corrosive opportunamente distribuite; per riserva, quando nei punti stampati viene applicata una sostanza che non permette alla tinta di fissarsi. • Fotogr. - Procedimento attraverso cui dal negativo si ricavano una o più copie positive, di dimensioni uguali (s. a contatto) o superiori (s. in ingrandimento) a quelle del negativo. Nel primo caso, si utilizza il bromografo: il negativo viene messo sopra la carta, in modo che le rispettive emulsioni si trovino a contatto, e lo si espone, quindi, alla luce bianca per il tempo necessario, procedendo, infine, al trattamento fotografico (sviluppo, fissaggio, lavaggio, asciugamento). Nel secondo caso, viene impiegato l'ingranditore (V.). Il materiale utilizzato può essere carta fotografica, lastra o diapositiva. • Metall. - Sinonimo di stampaggio (V.). • Dir. - Libertà di s.: l'articolo 21 della Costituzione italiana esclude la s. dall'essere soggetta ad autorizzazioni o censure e pone rigorosi limiti alle possibilità di sequestro. La legislazione italiana stabilisce che giornali e periodici debbano essere iscritti a un apposito registro depositato presso la cancelleria del Tribunale della circoscrizione all'interno della quale ha luogo la s.; che ogni giornale o rivista abbia un direttore responsabile, cittadino italiano e in possesso dei requisiti per l'iscrizione nelle liste elettorali, o, nel caso egli stia svolgendo mandato parlamentare, un vicedirettore responsabile; che compaia sullo stampato luogo e anno di pubblicazione, nome e domicilio dello stampatore e, se esiste, dell'editore, nonché, nel caso di giornali e periodici, nome del proprietario e del direttore (o vicedirettore responsabile). • Dir. pen. - Reati di s. e reati commessi a mezzo di s.: tra i reati di s., rientrano quelli previsti dalla L. 8-2-1948, n. 47. Di rilievo risulta il reato di s. clandestina (art. 16), punito con reclusione fino a due anni o con una multa e distinto in reato di s. clandestina periodica, commesso da chi inizi la pubblicazione di giornale o rivista senza aver compiuto la pratica di registrazione presso il Tribunale, e in reato di s. clandestina non periodica, compiuto da chi pubblichi uno stampato senza l'indicazione del nome dell'editore né quello dello stampatore o con indicazioni non conformi al vero. Altre ipotesi di reato previste dalla suddetta legge sono state depenalizzate con L. 24-11-1981, n. 689. Tra i reati commessi a mezzo di s., rientrano, invece, quelli previsti dagli articoli 57, 57 bis, 58, 58 Cod. Pen. così come sono stati modificati dalla L. 4-3-1958, n. 127. In base a tali norme, il direttore, o il vicedirettore responsabile, è punito a titolo di colpa nel caso sia stato commesso un reato a mezzo di s. sul periodico da lui diretto se omette di esercitare il controllo sul contenuto delle pubblicazioni; questa fattispecie di reato coesiste con (ma è differente da) quello commesso dall'autore della pubblicazione.