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Socializzazione.

Nel linguaggio comune, adattamento armonioso di un singolo entro un gruppo attraverso l'adozione di un modello di comportamento uniformemente accettato: bisogna promuovere i momenti di s. tra gli anziani della città. • Econ. pol. - Secondo l'originaria concezione socialista, processo attraverso il quale viene sottratta ai soggetti privati la proprietà e la gestione dei mezzi di produzione, attuando così la trasformazione dell'economia da capitalista a socialista, ritenuta più rispondente a garantire una equa distribuzione della ricchezza e a tutelare gli interessi della collettività, destinataria esclusiva dei vantaggi derivati dalla produttività crescente. Lo Stato, divenuto proprietario delle imprese socializzate, ne può affidare la gestione a organismi autonomi, centrali e periferici, in cui sarebbero ugualmente rappresentati i lavoratori delle imprese stesse, i consumatori e lo Stato. Se la s. avviene in modo pacifico, lo Stato corrisponde ai proprietari espropriati un indennizzo per non creare ingiustizie rispetto ai settori in cui la s. non ha luogo; se è frutto di un'azione rivoluzionaria, la s. può configurarsi come una vera confisca. Importante è la distinzione tra s. integrale e parziale. La s. integrale è un processo di espropriazione della proprietà privata di tutti i mezzi di produzione e distribuzione a favore della collettività. È quanto è avvenuto nell'Unione Sovietica e negli altri Paesi dell'Est europeo, dove al libero mercato è subentrata la gestione pubblica di tutte le attività economiche, effettuata da un organo centrale mediante la pianificazione. La s. parziale prevede il passaggio alla gestione pubblica di singoli settori, con lo scopo di assicurare la produzione di beni e servizi di grande utilità pubblica (energia, trasporti, telecomunicazioni, ecc.) e di impedire la formazione di monopoli privati in settori produttivi particolarmente delicati per la vita economica di un Paese. Una delle forme di s. parziale più praticate è la nazionalizzazione, concetto talvolta impropriamente usato come sinonimo di statalizzazione, per la quale un organo statale è unico proprietario e gestore diretto delle imprese nazionalizzate. Oltre che allo Stato, la proprietà e la gestione delle imprese espropriate possono essere attribuite ad enti locali, per esempio ai comuni; in questo caso si parla di municipalizzazione. Per sindacalizzazione si intende invece l'attribuzione della proprietà e gestione dei mezzi di produzione di un settore industriale ai lavoratori del settore stesso. A questa concezione si avvicina per certi versi il concetto di cooperativismo, per il quale sono però i lavoratori delle singole imprese a subentrare nella proprietà e relativa gestione dei mezzi di produzione. Ancora in questa direttrice può in qualche modo rientrare l'autogestione delle imprese. ║ S. orizzontale: tipo di s. riguardante più imprese appartenenti, oltre che allo stesso settore produttivo, alla stessa fase di un processo produttivo, contrapposto a s. verticale, che riguarda industrie che si occupano di fasi successive di lavorazione di uno stesso prodotto. ║ S. per pubblicizzazione: creazione, da parte dello Stato, di imprese pubbliche per la fornitura di pubblici servizi; la gestione di tali imprese è affidata ad amministrazioni autonome che, anche se dotate a volte di personalità giuridica, fanno sempre parte dell'amministrazione diretta o indiretta dello Stato. • Psicol. - Processo attraverso il quale l'individuo si integra nella società degli adulti, adottandone lo stesso modello normativo. Le tecniche di s. coincidono con quelle educative di una determinata epoca e società, e tendono tutte, in misura più o meno accentuata, a circoscrivere le troppe estese potenzialità comportamentistiche che caratterizzano un individuo in formazione. Lo studio delle conseguenze del processo di s. sulla personalità ha condotto gli studiosi delle scienze umane a elaborare varie ipotesi sull'influenza della s. sul comportamento adulto. Grande rilevanza hanno inoltre i meccanismi di difesa, ossia di “controllo sociale”, di cui la società si serve per evitare che le deviazioni manifestate dall'individuo (cioè le tendenze contrarie alla s. che lo allontanano dalla conformità a norme e valori) superino limiti al di là dei quali si avrebbe un radicale cambiamento o una disintegrazione del sistema sociale vigente.