Musicista boemo. Precocissimo violinista e
pianista, studiò per un breve periodo con F. Liszt. Nel 1848 aprì
a Praga una scuola di musica, ma nel 1857 fu costretto ad abbandonare la Boemia
a causa delle sue convinzioni politiche e della partecipazione attiva ai moti
rivoluzionari. Trasferitosi a Göteborg, in Svezia, vi svolse
l'attività di direttore d'orchestra fino al 1861 quando, grazie al mutato
clima politico, poté fare ritorno in patria e realizzare il progetto di
fondare un teatro nazionale ceco. Nel 1866 vide la luce il suo più famoso
lavoro teatrale,
La sposa venduta, felice risultato dell'intento di
creare un'opera comica moderna, assurto a simbolo del teatro musicale boemo.
Seguirono altre opere, quali
Dalibor (1868),
Le due vedove (1874),
Il bacio (1876),
II segreto (1878) e i sei poemi sinfonici
(
Visegrad,
Sarka,
Per i prati e i boschi di Boemia,
Tobor,
Blanick e, soprattutto,
La Moldava, che descrive il
corso del fiume fino a Praga), composti dal 1874 al 1879 e costituenti il ciclo
La mia patria. Colpito da una grave forma di sordità e afflitto da
disturbi mentali, morì in una casa di cura per malattie mentali. Ai
lavori già indicati vanno aggiunti i poemi sinfonici
Il Campo di
Wallenstein,
Riccardo III,
Hakon Jarl,
Il carnevale di
Praga, una
Sinfonia trionfale, una
Marcia festiva, per il
300° anniversario della morte di Shakespeare, lavori corali e da camera
(quartetti, un trio) e molte pagine pianistiche. Considerato il padre della
musica boema e massimo esponente della scuola nazionale ceca,
S. volle
assimilare intimamente lo spirito della musica d'ispirazione nazionale,
rifuggendo dall'imitazione pedissequa di ritmi e melodie popolari. Non si deve
perciò considerare
S. come un compositore chiuso entro angusti
limiti regionali, ma come un fautore convinto della rinascita nazionale
attraverso la cultura e l'arte (Litomysl, Boemia 1824 - Praga 1884).