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Smalcalda.

Città (18.000 ab.) della Germania, nella Turingia; è situata nel punto in cui lo Stille riceve le acque dello Schmalkalde. • Econ. - Industrie metalmeccaniche, alimentate dai vicini giacimenti di ferro, ottiche, del vetro, della lavorazione del tabacco. • St. - Attestata dal IX sec., S. conseguì diritti di città nel 1227, divenendo poi capoluogo della contea omonima che, salvo brevi periodi, a partire dal 1247 rimase nelle mani dei conti di Henneberg. Estintosi il ramo degli Henneberg (1583), la città entrò a far parte dell'Assia e, in seguito, della Prussia (1866). ║ Lega di S.: alleanza difensiva stipulata a S. il 27 febbraio 1531 tra l'elettore palatino Giovanni di Sassonia, il langravio Filippo d'Assia, il duca Ernesto di Lüneburg, Filippo di Grubehagen, i conti di Anhalt e Mansfeld, le città di Costanza, Strasburgo, Ulma, Lubecca, Magdeburgo, Lindau, e numerose altre. La lega, inizialmente stabilita nei termini di una durata di sei anni, sorgeva in risposta alle deliberazioni finali della dieta imperiale di Augusta (novembre 1530): con esse Carlo V intimava ai principi e alle città che avevano aderito alla Riforma di ritornare all'obbedienza cattolica entro sette mesi. Le finalità dei collegati di S. erano, più che religiose, schiettamente politiche: essi infatti paventavano le potenzialità egemoniche in Europa dell'imperatore e non esitarono, per contrastarne il progetto di restaurazione di un Impero a carattere universale, ad allearsi anche con la cattolica Baviera e la Francia (1532). La guerra minacciata da Carlo V, in realtà, si dimostrò non imminente, essendo l'imperatore impegnato a fronteggiare l'invasione turca d'Ungheria e problemi inerenti i possedimenti spagnoli in Italia. La Pace di Norimberga del 1532, infatti, stabilì una proroga all'applicazione dei termini dell'ultimatum della Dieta di Augusta, procrastinandola fino all'indizione di un concilio ecumenico che dirimesse i contrasti confessionali. Negli anni seguenti la lega andò via via assumendo il carattere di coalizione antiasburgica, aderendo ad essa numerosi altri municipi e Paesi come la Danimarca, la Svezia e l'Inghilterra. Lungo il proprio asse geografico, essa consentì, da un punto di vista politico e militare, il coagularsi delle forze antimperiali, da un punto di vista religioso l'ulteriore espansione della Riforma in Germania e nel Nord Europa. L'istituzione della lega favorì anche la chiarificazione dottrinale della Riforma, con l'approvazione delle 27 proposizioni di fede, gli Articoli smalcaldici, redatte da Lutero nel 1537 su richiesta di Federico di Sassonia, che intendeva presentarle al concilio indetto per quell'anno a Mantova da Paolo III, che però fu rinviato. Gli Articoli, tuttavia, rimasero alla base della dogmatica luterana. Con il fallimento dei colloqui di Ratisbona (1541) apparve evidente, sia al papa sia all'imperatore, l'impossibilità di ricondurre entro il Cattolicesimo i riformati: Carlo V lavorò dunque all'isolamento diplomatico della Lega (ottenendo la defezione di Filippo d'Assia e una pace separata con la Francia nel 1545), mentre il pontefice si attivò nella preparazione del Concilio che fu convocato a Trento nel 1545. Nel 1546 (anno della morte di Lutero) gli eventi precipitarono e l'imperatore dichiarò la guerra (guerra di S., settembre 1546 - aprile 1547). Si conta un solo evento bellico significativo: la vittoria imperiale a Mühleberg, nel 1547, che concluse la guerra. Il successo militare di Carlo V non si tradusse però in un corrispondente assetto politico e religioso. Il pontefice, infatti, temendone l'ingombrante presenza, si sottrasse alla protezione dell'imperatore spostando i lavori del Concilio a Bologna (1547) e poi sospendendoli del tutto (1549). Politicamente isolato, Carlo V dovette subire la nascita di un'altra lega dei principi tedeschi - che nel 1552 condusse un'incisiva e pericolosa azione militare in Tirolo - e firmare infine, nel 1555, la Pace di Augusta. Le finalità della lega trovarono piena realizzazione negli articoli di questo trattato: in base ad esso uno Stato non poteva essere aggredito militarmente per questioni religiose, mentre la libertà di scelta confessionale veniva riconosciuta non ai singoli cittadini ma solo agli Stati (secondo il principio: cuius regio eius religio). Si legittimava così la divisione politico-religiosa della Germania e la vittoria della cosiddetta “Riforma dei principi”, sostanzialmente lontana dalle correnti popolari e radicali che si erano espresse, ad esempio, nel vasto movimento anabattista degli anni 1525-26. • Arte - Presenta mura ben conservate e un castello del XVI sec.