Poeta italiano. Laureatosi in Ingegneria,
lavorò in grandi industrie (Pirelli, Olivetti, ecc.) e fondò e
diresse le riviste “Civiltà delle macchine” (1953-66) e
“La botte e il violino” (1964-66). La sua preparazione scientifica
si traspose anche in testi in prosa (
Quaderno di geometria, 1936;
Furor mathematicus, 1950;
Calcoli e fandonie, 1970), in cui
trovano posto pure motivi autobiografici (
Prose di memoria e
d'invenzione, 1964). Ma è nella poesia che la sua indole artistica
ebbe l'espressione più felice: inserendosi nel solco dell'Ermetismo,
scelse le forme dell'elegia e dell'epigramma per esprimere sogni, memorie e
rimpianti (
Poesie, 1938;
Campi Elisi, 1939;
Vidi le Muse,
1943;
La vigna vecchia, 1952;
L'età della luna, 1962; Il
passero e il lebbroso, 1970;
Mosche in bottiglia, 1975,
Dimenticatoio, 1978) (Montemurro, Potenza 1908 - Roma 1981).