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Sinagoga.

(dal greco synagoghé: adunanza). Assemblea a scopi religiosi a cui partecipano gli appartenenti alla religione ebraica. ║ Per estens. - Luogo di raduno della comunità ebraica destinato alla lettura dei testi sacri e alla preghiera. Questo significato ha prevalso sugli altri e traduce la parola ebraica bēt kĕnsset, portatrice della stessa ampiezza semantica. ║ Fig. - La comunità, la religione ebraica, l'Ebraismo. • St. - La s., intesa come riunione religiosa e come edificio a essa destinato, è l'istituzione caratteristica del Giudaismo, nata secondo la tradizione con Mosè. Le fonti storiche tuttavia concordano nell'attribuire la nascita del concetto di s. a un periodo non anteriore all'esilio babilonese (586-538 a.C.). Il decentramento del culto, prima incentrato nell'unico tempio di Gerusalemme, si rese necessario dopo la sua distruzione (70 d.C.) e la diaspora ebraica. Nei secoli successivi ogni comunità ebraica promosse una o più s., nate come surrogato del tempio in cui soddisfare le esigenze di culto, e destinate ben presto a diventare centri di aggregazione e cultura ebraiche. La più celebre s. dell'antichità fu quella di Alessandria d'Egitto. Ai tempi di Gesù esistevano centinaia di s. sparse in tutto l'Impero romano e anche oltre ai suoi confini; avamposti del monoteismo in un mondo politeista, le s. furono i primi punti di riferimento del Cristianesimo nascente. Del resto, la liturgia cattolica reca tracce della sua derivazione e parziale imitazione dalla liturgia sinagogale. ║ Organizzazione della s.: capo della s. è il rabbino, aiutato da assistenti e predicatori che possono essere anche laici. Nell'edificio della s. moderna lo spazio è organizzato secondo elementi fissi: l'arca, sopraelevata di alcuni gradini e addossata alla parete rivolta verso Est; il pulpito, anch'esso rialzato e da cui è letta la Legge, si trova al centro della sala o talvolta avvicinato all'arca; la netta divisione tra uomini e donne è oggi mantenuta attraverso corsie separate da banchi (in passato alle donne era consentito l'accesso negli spazi riservati dei matronei e di un locale separato dalla sala centrale e munito di grate). La pianta è di solito a salone centrale unico e la decorazione è spoglia e stilizzata secondo le norme della Sacra Scrittura che condannano ogni forma di idolatria. • Arte - La diffusione delle s. nell'antichità fu capillare soprattutto nei Paesi del Golfo Persico e sulle sponde occidentali del Mediterraneo. Esemplari di grande pregio, oltre alla già ricordata s. di Alessandria d'Egitto, furono quelle di Cafarnao e quella di Teodoto a Gerusalemme, entrambe risalenti al I sec. d.C. Molti edifici testimoniano quanto la pianta della s. risentì dell'influenza della basilica romana: a tre o cinque navate, con l'asse maggiore orientato verso Gerusalemme, presentavano spesso un triplice ingresso, un portico e anche un cortile porticato (come a Cafarnao). Successivamente nella parte orientata verso Gerusalemme si ricavò una piccola nicchia in cui disporre l'arōn (armadio per i libri della Legge). Al centro si alzò la bimāh, la tribuna per il cantore e il predicatore. Per le donne si disposero spazi riservati, laterale e posteriore, talora anche gallerie superiori, derivate dal matroneo della basilica romana. La decorazione interna si presentò orientalizzante, con motivi stilizzati e fregi geometrici che evitavano la raffigurazione di uomini e animali e preferivano ritrarre gli oggetti di culto, in particolare il candelabro a sette braccia (mĕnōrā'h). Nel Medioevo le s. assunsero un aspetto esterno molto dimesso a causa di numerose disposizioni restrittive. Le s. medioevali più rinomate furono quella di Worms (1034), quella romanica di Spira (XII sec.) e quelle del periodo gotico, fiorite a Cracovia, a Ratisbona e a Colonia. Grandiose le s. degli Ebrei spagnoli, costruite a Toledo tra i secc. XII e XIV e poi trasformate in chiese. Durante il Rinascimento si progettarono edifici grandiosi come la Maysel a Praga e le s. di Roma e di Venezia (XVI sec.). Del XVII sec. furono la s. di Livorno e quella portoghese di Amsterdam. La costruzione di s. seguì da vicino gli splendori della cultura ebraica e in generale non sviluppò una tipologia architettonica propria, preferendo sia all'esterno sia all'interno, forme di decorazione sobrie e ispirate al più creativo eclettismo.