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Simenon, Georges.

Scrittore belga di lingua francese. A 16 anni iniziò la sua attività di collaboratore presso alcuni giornali locali e nel 1921 diede alle stampe il suo primo romanzo, Al ponte degli archi. Si trasferì quindi a Parigi, dove pubblicò opere di vario genere, di spiccata tendenza popolare, utilizzando una serie di pseudonimi, tra i quali quello di Georges Sim con il quale firmò romanzi e racconti di carattere poliziesco. Nel 1931 scrisse Pietr il Lettone, il primo dei romanzi gialli incentrati sulla figura del commissario Jules Maigret che avrebbero determinato la fortuna dell'autore. A partire dal 1932 intraprese una serie di viaggi in Europa e in Africa in qualità di corrispondente. Nel 1944 si trasferì in America, risiedendo in Canada e negli Stati Uniti, e rimanendovi fino al 1955, anno in cui tornò in Europa per stabilirsi in Svizzera. Continuò a scrivere in modo assiduo fino al 1972, anno in cui decise di interrompere il suo mestiere di romanziere tradizionale, scegliendo invece di registrare le proprie storie su un registratore, affidandone successivamente la trascrizione a una serie di collaboratori. Durante questo periodo, che durò circa dieci anni, diede vita a una ventina di opere, tra le quali particolarmente significative rimangono le Lettera a mia madre (1974). Nel 1981 decise di ritornare alla scrittura con un'opera autobiografica, Memorie intime seguite dal libro di Marie-Jo, che si unì agli altri testi di carattere personale già apparsi in precedenza: I tre crimini dei miei amici (1938); Mi ricordo (1945); Pedigree (1948); Quando ero vecchio (1970). Sebbene ricordato soprattutto per i suoi romanzi polizieschi, S. fu scrittore a tutto tondo, capace di inserire in vicende dallo sviluppo apparentemente lineare arricchimenti e spunti di tipo psicologico, sociologico e umano. Seppe analizzare con precisione e spirito critico gli ambienti sociale ed economico all'interno dei quali si muovevano i protagonisti dei suoi romanzi, anch'essi dalla spiccata e puntuale caratterizzazione, e arrivò a creare una vera e propria galleria di “tipi” che molto si avvicinava a quelli presenti nelle opere di Balzac o di Zola. Al romanzo di tipo realista si avvicinò anche per stile e taglio linguistico, optando essenzialmente per un linguaggio semplice, preciso, e per uno stile che molto dovette alla sua attività di giornalista. Tra le altre opere ricordiamo: Il cane giallo (1931), Il fidanzamento di M. Hire (1933), Il borgomastro di Furnes (1939), La vedova Couderc (1942), Tre camere a Manhattan (1946), La neve era sporca (1948), La morte di Belle (1952), L'orologiaio di Everton (1954), La nave di Emile (1954), Il treno di Venezia (1965), La gabbia di vetro (1971). Fu anche autore di raccolte di articoli, la più importante delle quali fu Alla ricerca dell'uomo nudo (1976). La sua produzione letteraria, composta di circa 200 titoli e tradotta in 55 lingue, fu raccolta in Oeuvres complètes (72 volumi, 1967-73) e in Tout Simenon (27 volumi, 1988-93) (Liegi 1903 - Losanna 1989).