(dal latino
secta, der. di
sequi:
seguire). Gruppo di persone che seguono una particolare dottrina politica,
religiosa o filosofica alternativa rispetto a quella professata dalla
maggioranza. • Storiogr. - I quattro criteri
di classificazione delle
s. elaborati dalla storiografia
(
filologico,
teologico,
sociologico e
storico), pur
non risolvendo l'annoso problema di una precisa determinazione del concetto,
possono, tuttavia, chiarire il fenomeno. Secondo il
criterio filologico,
adottato specialmente nell'antichità classica,
s. era termine
assiologicamente neutro che designava i seguaci di particolari dottrine
politiche o filosofiche, che non trovava applicazione in ambito religioso. In
concomitanza con il trionfo del Cristianesimo (IV sec. a.C.), entrò in
uso il
criterio teologico, in base al quale
s. venne a significare
un gruppo di persone che si ponevano in conflitto con l'ortodossia o, comunque,
con la Chiesa ufficiale e, dunque, ad assumere una connotazione negativa.
L'introduzione del
criterio sociologico va, invece, ricondotto alla
necessità storiografica di comprendere fenomeni settari sviluppatisi a
partire dal XVIII sec. in ambiti diversi da quello religioso (si pensi, al
riguardo, alle società segrete e ai gruppi politici dissidenti). Secondo
questo criterio, una
s. è caratterizzata dalle seguenti
tipicità: il fatto e l'intenzione di essere e rimanere una minoranza; la
radicalità delle tesi sostenute; la funzione carismatica del capo; la
centralità, nella vita dell'adepto, dell'appartenenza alla
s.; una
lettura fondamentalista dei testi sacri; un'intensa attività di
proselitismo; una visione assolutamente negativa della realtà; uno
spiccato utopismo della proposta salvezza; contatti non occasionali con gli
estremismi politici. I limiti di quest'ultimo criterio spiegano il successo del
più recente
criterio storico, secondo il quale i singoli movimenti
settari vanno studiati nella loro storia e, quindi, nella loro
individualità, a costo di perdere la possibilità di una
comprensione globale del fenomeno. • St.
delle rel. - Nella storia del Cristianesimo il concetto di
s. risale al
IV sec., allorché esso venne configurando i gruppi ereticali
(
gnostici,
montanisti,
donatisti). Tale concetto
finì per comprendere nel Medioevo anche quei movimenti di dissenso non
tanto rispetto all'ortodossia dottrinaria, quanto rispetto ai comportamenti e
alle pratiche della Chiesa ufficiale ritenuti non coerenti con gli ideali
evangelici (
catari,
valdesi). Con la Riforma protestante, il
termine subì un'ulteriore estensione: infatti, il principio protestante
della libera interpretazione dei testi sacri pose diversi gruppi in contrasto
con la nuova ortodossia (incarnata da Luteranesimo, Calvinismo e Anglicanesimo),
cosicché, soprattutto negli Stati Uniti, si verificò una copiosa
fioritura di
s. religiose all'interno delle stesse Chiese riformate
(
quaccheri,
anabattisti,
presbiteriani,
memnoniti
battisti). Il fenomeno delle
s. è presente anche presso le
religioni islamica, induista, buddhista e giudaica.