eXTReMe Tracker
Tweet

Sella.

(dal latino sella, der. di sedere: sedia, sedile). Tipo di sedile di varie forme e dimensioni che si fissa sul dorso di un equino per cavalcare comodamente. ║ Sedile di biciclette e motoveicoli. ║ Concavità di una superficie. ║ Fig. - Levare qualcuno di s.: spodestarlo dalla sua posizione di potere. ║ Fig. - Restare in s.: mantenere una posizione di potere nonostante le difficoltà. ║ Fig. - Rimettersi in s.: riguadagnare il potere perduto. ║ Cavallo da s.: contrapposto al cavallo da tiro, quello appositamente addestrato per essere cavalcato. • Encicl. - Il tipo di s. più diffuso è quello all'inglese. La s. all'inglese è formata da un solo arcione, in legno o in acciaio, cui sono assicurati, ad ogni lato, i riscontri per la cinghia sottopancia e le camere portastaffili, da cui si dipartono gli staffili, cioè strisce di cuoio molto resistenti alle quali sono legate le staffe. L'arcione è ricoperto, nella parte anteriore, da due grandi pezzi di cuoio (quartieri), su cui poggiano le cosce del cavaliere, mentre nella parte posteriore si ha il seggio, formato da un ampio pezzo di cuoio molto elastico. Per evitare contusioni o ferite al cavallo a causa dell'attrito con la s., sotto quest'ultima vengono in genere poste una spessa imbottitura di crine e un feltro sottosella. La s. all'inglese viene detta rasa se ha i quartieri lisci; da caccia quando i quartieri sono provvisti di appoggi nella parte anteriore. Da questo tipo di s. deriva la s. olimpica, usata nelle competizioni ippiche perché leggera e solida. Si dice alla tedesca un particolare tipo di s. provvista di seggio e quartieri dotati, anche nella parte esterna, di un'imbottitura di crine; quest'ultima, facendo attrito contro il pantalone del cavaliere, gli consente una posizione più stabile. La s. da donna fu introdotta da Caterina de' Medici: essa si caratterizza per l'arcione sormontato da un corno a forma di mezzaluna e per la presenza di una sola staffa, quella sinistra. • St. - I primi a fare uso della s. furono alcuni popoli orientali, tra cui gli Sciti. I popoli italici, che in un primo tempo erano soliti cavalcare a nudo, usarono in seguito come s. una copertura o imbottitura chiamata ephippium. La s. fu adottata dai Romani in epoca imperiale; essa era caratterizzata da strutture rigide di legno o di cuoio imbottite. Durante il Medioevo, la s. ebbe maggiore diffusione: spesso i due arcioni erano molto alti e ricoperti da lamine metalliche. Verso la metà del Trecento, con l'introduzione di lance sempre più lunghe, fu creata la s. da giostra, dotata di arcioni molto alti e ricurvi, chiusi ai lati da robuste cinghie e in grado di mantenere il cavaliere a cavallo anche dopo l'urto contro la lancia nemica. Allo stesso periodo risale l'introduzione della s. da cerimonia, ornata di smalti e pietre preziose. Con l'introduzione delle armi da fuoco e il progressivo abbandono delle lance, la pesantezza della s. divenne un grave ostacolo alla mobilità del cavaliere. Per questo motivo le s. divennero sempre più leggere, private di parti ornamentali metalliche e impreziosite da velluti. • Veter. - Fiaccature da s.: ferite prodotte sul dorso del cavallo a causa dell'attrito con la s. • Abbigl. - Acconciatura a s.: nei secc. XIV e XV, tipo di acconciatura femminile diffuso in Francia e in Italia, costituito da un'intelaiatura a forma di s. rovesciata fissata sul capo, rivestita da velluti e ornata di gioielli. • Anat. - S. turcica: escavazione della faccia superiore dello sfenoide, che accoglie l'ipofisi. ║ Articolazione a s.: uno dei sei tipi di articolazioni mobili, in cui i due capi articolari sono uno convesso e uno concavo e si adattano a un'ampia gamma di movimenti. • Geogr. fis. - Valico che mette in comunicazione due valli di una dorsale montuosa. • Meteor. - S. isobarica: depressione fiancheggiata da due aree di alta pressione. • Geom. - Paraboloide a s.: paraboloide a punti iperbolici, chiamato in questo modo per la sua somiglianza alla forma di una s. • Mar. - Nelle navi, supporto di legno che sostiene le lance di salvataggio ed è sagomato come la carena di queste.