Uomo politico austriaco. Sacerdote cattolico, a
partire dal 1909 insegnò Teologia morale all'università di
Salisburgo, passando nel 1917 a quella di Vienna. Orientatosi verso
l'attività politica nell'ambito del Partito cristiano-sociale, nel 1916
fu nominato ministro per l'Assistenza sociale nel Governo Lammarsch. Eletto
deputato nel 1919, due anni dopo assunse la leadership del Partito
cristiano-sociale e nel 1922 divenne capo del Governo. Sotto la sua influenza
l'Austria andò allontanandosi dalla democrazia, orientandosi verso un
regime caratterizzato da autoritarismo clericale. Preoccupato soprattutto di
contrastare il Partito socialista che, nelle elezioni del 1919, aveva conseguito
la maggioranza relativa,
S. si appoggiò alla destra nazionalista,
subendone i condizionamenti, così da creare un terreno fertile per le
formazioni armate di estrema destra. Ferito in un attentato, fu costretto a
lasciare il Governo nel 1924, riassumendo la carica nel 1926 e accentuando il
proprio conservatorismo e antisocialismo. Dimessosi definitivamente nel 1929,
aprì la strada a una rapida successione di ministeri di breve durata,
sempre più orientati a destra, che segnarono il destino della Repubblica
austriaca, non senza una sua diretta responsabilità. Entrato a far parte
nel 1930 del Governo Vaugoin come ministro degli Esteri, operò la fusione
del Partito cristiano sociale con l'Heimwehr, una formazione paramilitare di
estrema destra. Fu inoltre autore di alcuni trattati politici tra cui citiamo
Nazione e Stato (1916) e
La questione costituzionale in Austria
(1917) (Vienna 1876 - Pernitz, Austria Inferiore 1932).