(dal latino
scutum e
scutus: scudo
oblungo). Arma da difesa di varia forma e vario materiale che, infilata nel
braccio sinistro, serviva un tempo a proteggere il corpo. ║
S.
crociato: lo
s. dei crociati che aveva come insegna una croce rossa
su fondo bianco. ║ Fig. -
Portare qualcuno sugli s.: esaltarlo,
acclamarlo. ║ Fig. -
Alzata,
levata di s.: dimostrazione
ostile, ribellione. ║ Fig. - Nel linguaggio letterario e poetico,
difensore, campione. ║ Per estens. - Difesa, riparo, protezione, anche in
senso figurato. ║ Per estens. - Oggetto o sistema che per la forma o la
funzione che svolge risulta simile a uno
s. ║ Nella costruzione di
macchine elettriche, termine con cui si indicano i due elementi frontali, di
ghisa o di lamiere d'acciaio saldate, aventi lo scopo di chiudere la macchina,
impedendone l'accesso all'interno, e di fornire un sopporto ai cuscinetti del
rotore. • St. - Usato fin dalla Preistoria, lo
s. veniva assicurato
al braccio sinistro e aveva lo scopo di proteggere colui che lo impugnava
durante il combattimento. Gli
s. più diffusi erano di tre tipi: lo
s.-bastone, con o senza impugnatura difensiva, detto anche
parabotte; lo
s. da spalla, portato appeso alla spalla o al collo;
lo
s. proprio, di forma, dimensioni, impugnatura e decorazioni diverse.
Quanto alla forma, lo
s. rotondo era il più diffuso, soprattutto
in gran parte dell'Asia, nell'Africa settentrionale e nord-orientale, nelle
praterie dell'America Settentrionale, in Messico e nel Madagascar; lo
s.
rettangolare, invece, anche nella variante oblunga, è stato rinvenuto
soprattutto in Indocina, nelle Filippine, nel Sudan meridionale, nella Nuova
Guinea orientale e in Egitto. I primi
s. dei Greci avevano forma ovale e
dimensioni tali da proteggere completamente il corpo del guerriero (ne
costituiva una variante lo
s. beotico, che presentava ai lati un incavo
allo scopo di alleggerire lo
s. stesso e consentire al guerriero di
vedere l'avversario); in seguito ebbero fortuna gli
s. dorici rotondi,
più piccoli e quindi più maneggevoli. I materiali di più
frequente utilizzo nella fabbricazione degli
s. erano pelli di bue
sovrapposte, cucite insieme e poi ricoperte mediante una lama metallica. Nella
maggior parte dei casi, gli
s. dei Greci venivano decorati e istoriati da
abili artigiani: basti pensare alla descrizione dello
s. di Achille
nell'
Iliade o di quello di Enea nell'
Eneide. Le rappresentazioni
preferite, soprattutto nei secc. VIII-VI a.C., erano figure di animali (leoni,
galli, serpenti, ecc.) o teste di Gorgone, spesso con valore apotropaico. Presso
i Romani lo
s., originariamente quadrangolare, venne rimpiazzato
nell'alta età repubblicana dalla tipologia rotonda; a quest'ultimo
modello, tuttavia, già alla fine dell'età repubblicana si
preferì nuovamente lo
s. di forma oblunga, almeno fino alla fine
del III sec. d.C., quando si tornò alla forma rotonda. Per quanto
riguarda la fabbricazione, venivano utilizzate tavole di legno unite fra loro e
ricoperte da una pelle di cuoio con bordatura metallica. Inoltre, le legioni e i
reparti di fanteria portavano dipinto sugli
s. un simbolo distintivo. In
epoca medioevale, con i Franchi merovingi, si diffuse un tipo di
s. di
piccole dimensioni, rotondo e per lo più concavo. A questo fece seguito,
nel Rinascimento, uno
s. a forma di mandorla o di triangolo curvilineo
che, con il passare del tempo, si fece più piccolo per la cavalleria e
più grande per la fanteria, fino ad assumere nel XV sec. la forma
rotonda. In tempi moderni, fu presa in considerazione l'ipotesi di far uso di
s. metallici al fine di proteggere i soldati sia dai proiettili sia dalle
schegge di bombe; il progetto, tuttavia, non venne mai realizzato poiché
al vantaggio della protezione si opponeva lo svantaggio, indubbiamente
superiore, della pesantezza degli
s. e quindi della scarsa
mobilità dei soldati. Attualmente gli
s. vengono utilizzati
unicamente dalla polizia per il mantenimento dell'ordine pubblico. • Arte
- Nei santuari dei templi, come nei corredi funerari delle tombe di guerrieri,
furono rinvenuti diversi esemplari di
s. antichi. Fra questi si ricordano
in particolare: uno
s. del XIX sec. a.C. e lo
s. di Battersea del
I sec. a.C. (Londra, British Museum); alcuni esemplari di
s. risalenti ai
secc. VI-V a.C. ritrovati negli scavi del 1994 presso la necropoli di Braida di
Serra di Vaglio, in Basilicata; lo
s. proveniente da Cerveteri (Roma,
Musei Vaticani). In numero elevato sono gli
s. da parata o da torneo; si
tratta di esemplari per lo più rinascimentali, in legno o in metallo, con
le superfici decorate da raffigurazioni narrative o allegoriche. • Numism.
- Moneta d'oro o d'argento sulle cui facce erano impresse le insegne dello Stato
o del re che l'aveva emessa. Filippo di Valois, re di Francia, fu il primo a far
coniare
s., nel 1337; in Italia lo
s. si diffuse all'inizio del
XVI sec. e venne subito adottato da tutti gli Stati, con nomi e valori diversi.
║
S. di marchi: moneta dal valore pari a quello delle monete d'oro
più pregiate, introdotta per la prima volta nel Cinquecento in occasione
della fiera dei cambi di Piacenza. • Arald. - La parte costitutiva
dell'arme, in genere di legno leggero con la superficie dipinta oppure rivestita
di stoffa o di cuoio, anch'essi dipinti. Nelle varie epoche si alternarono
s. di forma e dimensioni variabili. ║ Il termine viene usato anche
per indicare, con significato più generico, lo stemma, l'arme gentilizia,
oppure l'emblema di un partito e simili che abbiano forma di
s. araldico.
║
S. crociato: lo
s. dei crociati, raffigurante sul davanti
una croce rossa su fondo bianco. ║
S. crociato: il simbolo del
partito della Democrazia Cristiana e, per metonimia, il partito stesso. In
seguito allo scioglimento della DC, è stato scelto come simbolo dal CDU
(1995). • Mil. -
S. spaziale: programma americano non nucleare di
difesa militare, detto anche
SDI (
Strategic Defence Initiative).
Lanciato dal presidente Reagan nel marzo 1983, lo
s. spaziale
inaugurò il principale dibattito tecnologico e strategico-politico degli
anni Ottanta. Varie perplessità vennero subito avanzate da parte
americana per la complessità del programma di ricerche, destinato a
protrarsi per 10-15 anni, e per i costi elevati. Lo
s. spaziale
suscitò d'altra parte reazioni scarsamente entusiaste anche tra gli
alleati europei; Francia e Inghilterra in particolare temevano che tale sistema
vanificasse i rispettivi deterrenti nucleari e alterasse l'equilibrio strategico
Est-Ovest, aumentando i rischi di una guerra in Europa. La Francia, inoltre,
preoccupata dal primato degli Stati Uniti nel campo dell'alta tecnologia,
propose in alternativa un programma europeo di ricerche non militari denominato
Eureka, proposta che tuttavia non ottenne i consensi sperati. Lo
s. spaziale suscitò anche le decise reazioni dei Sovietici che
consideravano l'abbandono del programma di difesa condizione preliminare di
qualunque accordo per la riduzione degli armamenti. Paradossalmente, tuttavia,
lo
s. spaziale si rivelò un efficace strumento di pressione, in
grado di favorire la riapertura del dialogo tra le due superpotenze in occasione
del vertice di Ginevra del 1985. Dal punto di vista tecnico, il progetto SDI
è costituito da un complesso di satelliti di sorveglianza e di armi
spaziali capace di distruggere missili e singole testate mediante raggi laser,
fasci di particelle atomiche, nonché laser situati a terra e diretti
sull'obiettivo per mezzo di specchi orbitanti. Il progetto prevede, più
in particolare, l'eventuale attacco ai missili balistici nemici in tutte le fasi
della loro traiettoria, dal momento del lancio fino al momento in cui i veicoli
di rientro delle testate MIRV, con le loro cariche nucleari, sono in procinto di
colpire il bersaglio. Il sistema si basa su quattro barriere successive a
ciascuna delle quali corrispondono un particolare sistema d'arma e uno specifico
concetto di ingaggio e distruzione: i missili sfuggiti alla prima barriera
vengono ridotti di numero dalla seconda barriera, e così via fino ad
arrivare all'ultima barriera, che distrugge i pochi ordigni rimasti. Tale
concezione difensiva si differenzia dai vecchi sistemi missilistici, antimissili
e balistici, che si fondavano su una sola o al massimo su due linee di difesa e
utilizzavano una carica nucleare per distruggere le testate nucleari nemiche al
rientro nell'atmosfera, con una lunga serie di conseguenze negative per il
territorio da proteggere. ║
S. termico: nei veicoli spaziali e nei
missili d'alta quota, struttura di materiale speciale resistente al calore
avente lo scopo di proteggere parti della struttura dal surriscaldamento
aerodinamico, specialmente al rientro nell'atmosfera. • Geol. - Vasta area
continentale stabile, dal raggio di curvatura debole, formata da antiche rocce
cristalline; queste ultime, dopo i corrugamenti orogenici del Precambriano, non
subirono altre deformazioni rilevanti. Le rocce che più frequentemente
costituiscono gli
s. sono graniti, gneiss, oppure rocce magmatiche e
sedimentarie notevolmente deformate. Sul nostro pianeta esistono diversi
s.: guayanese, canadese, siberiano, africano, australiano, baltico e
brasiliano. • Costr. - Struttura metallica mobile impiegata per praticare
gallerie sotterranee in terreni acquiferi o al di sotto di corsi d'acqua.
• Mar. - Piastra in lamiera d'acciaio fissata agli affusti dei pezzi
d'artiglieria di piccolo e medio calibro, per proteggere i serventi da schegge e
da proiettili; venne utilizzato fra la seconda metà del XIX sec. e
l'inizio del XX sec. e cadde in disuso quando artiglieria e mitragliere vennero
racchiuse in torrette corazzate appositamente predisposte. ║ In passato,
il quadro di poppa su cui erano incisi il nome dell'imbarcazione e l'emblema del
proprietario; quest'ultimo poteva essere un armatore o uno Stato. • Farm.
- Antica preparazione medicamentosa, oggi in disuso, che veniva stesa su un
supporto di tela o di pelle pecora di forma e dimensioni uguali a quelle della
parte da curare. • Bot. - L'area sporgente della superficie esterna delle
squame dello strobilo di molte conifere, detta anche
apofisi; di forma
subromboidale o esagonale, è spesso sormontata da un umbone. •
Embr. -
S. embrionale: massa cellulare da cui si originano uno strato
interno, detto
endoderma, e uno strato esterno, detto
ectoderma;
è localizzata entro la blastocisti nell'uovo dei mammiferi. • Zool.
- Ciascuna delle piastre ossee del dermascheletro dei cheloni e dei coccodrilli.
• Lit. - Ornamento della parte posteriore del piviale derivante da un
originario cappuccio.