Patol. - Malattia ascrivibile al gruppo delle
avitaminosi dovuta alla carenza di vitamina C. Lo
s. è
generalmente provocato da un'alimentazione insufficiente (povera di vegetali e
di frutta) e da uno scarso assorbimento di vitamina C (diarrea, vomito);
può presentarsi durante la gravidanza e l'allattamento e in conseguenza
di operazioni chirurgiche. Secondo gli studiosi il fabbisogno negli adulti
è di circa 60 mg al giorno; lo
s. rimane latente per 3-12 mesi
dopo l'insorgenza del deficit di vitamina C e si manifesta con emorragie
gengivali, cutanee e degli organi interni, con apatia, irritabilità,
cachessia, dolori muscolari e articolari; inoltre si può verificare una
notevole difficoltà di rimarginazione delle ferite. Una forma particolare
di
s. è la
malattia di Moeller-Barlow caratterizzata da una
sintomatologia particolare: prima prevale la sintomatologia ossea (dolore a
carico delle ossa interessate, emorragie sottoperiostee, distacco epifisario);
l'esame radiologico mostra un aumento della trasparenza delle ossa (osteoporosi
generalizzata). In un secondo momento subentrano alterazioni gengivali. Nei
bambini il deficit è dovuto all'insufficienza di vitamina C e può
manifestarsi nei bambini nutriti con latte vaccino pastorizzato (più
povero di vitamina C) oppure nei bambini malnutriti o denutriti. Lo
s.
infantile compare tra il 6° e il 12° mese di vita e si manifesta con
irritabilità, inappetenza, mancato aumento di peso, rigonfiamento delle
estremità delle ossa lunghe, sanguinamento delle gengive; spesso questi
sintomi sono accompagnati da febbre, anemia e aumento della frequenza cardiaca.
La terapia si basa sulla somministrazione di vitamina C per via orale o
parenterale.