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Schweitzer, Albert.

Medico, musicista, missionario, teologo e filosofo tedesco. Figlio di un pastore luterano, studiò Filosofia all'università di Strasburgo, alla Sorbona di Parigi e a Berlino. All'età di 21 anni prese la decisione di dedicarsi sino ai 30 anni alla scienza e all'arte (come concertista d'organo raggiunse fama mondiale) per poi mettersi al “diretto servizio dell'umanità”. Nel 1899 pubblicò il suo primo libro, sulla filosofia religiosa di Kant. Nel 1905, lasciato l'incarico di libero docente di Scienze neotestamentarie a Strasburgo, si iscrisse alla facoltà di Medicina. Laureatosi nel 1913, insieme alla moglie fondò una missione e un ospedale in mezzo alla foresta, nella zona di Lambaréné, nell'Africa Equatoriale Francese. Allo scoppio della prima guerra mondiale, gli fu proibito di lavorare nel suo ospedale e venne internato in Francia come prigioniero di guerra (1914-18). Durante questo periodo si dedicò alla stesura della sua opera fondamentale, La filosofia della civiltà, in cui mise in discussione l'idea di un costante sviluppo dell'umanità in direzione del progresso. Ripreso il lavoro a Lambaréné (1924), vi dedicò il resto della sua vita, in parte raccontata in un'opera autobiografica pubblicata nel 1932. Nel 1953 gli fu assegnato il premio Nobel per la pace, che si aggiunse a numerosi altri riconoscimenti internazionali. Nelle opere teologiche S. sostenne la teoria dell'escatologia conseguente: il significato essenziale dato da Gesù alla sua vita e alla sua predicazione starebbe nell'avvento imminente del Regno di Dio. Tale convinzione di Gesù fu condivisa anche da Paolo e dalle prime comunità cristiane, ma il ritardo della parusia costrinse i cristiani a spostare l'attenzione dal futuro al presente, trasformando l'escatologia in una storia della salvezza. Nelle opere più filosofiche, S. insistette sulla necessità che l'uomo moderno adotti una “visione mondiale”, capace di porlo “sotto il controllo degli ideali di vera civiltà che in essa sono contenuti”. Animato da un profondo rispetto per la vita, egli sottolineò la necessità di non vivere per se stessi, ma di sentirsi una sola cosa con tutte le manifestazioni di vita che ci circondano. Il rispetto per la vita si deve imporre come criterio etico fondamentale: bene è ciò che serve a conservarla e ad aumentarla, male ciò che le reca danno. Tra le numerose opere che scrisse, ricordiamo: La filosofia della religione di Kant (1899), J.S. Bach, il musicista poeta (1905), Storia delle ricerche sulla vita di Gesù (1913), Storia delle ricerche paolinistiche dalla Riforma a oggi (1911), Tra le acque e la foresta vergine (1920), La mistica dell'apostolo Paolo (1930), La mia vita e il mio pensiero (1932), Giudizio psichiatrico su Gesù (1933) (Kaisersberg, Alsazia 1875 - Lambaréné, Gabon 1965).