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Schlick, Moritz.

Filosofo tedesco. Laureatosi in Fisica con M. Planck nel 1904, allargò successivamente i suoi interessi in direzione della filosofia con le opere Saggezza di vita. Tentativo per una dottrina della felicità (1908) e L'essenza della verità secondo la logica moderna (1910), ottenendo infine, l'abilitazione in Filosofia presso l'università di Rostock (1910). Lì insegnò fino al 1921, quando si trasferì a Kielh e, quindi, a Vienna (1922), ove gli fu assegnata dall'università la cattedra di Scienze induttive. Nella capitale austriaca S. lavorò fino alla morte, avvenuta per mano di uno studente fanatico nazista. Fu nell'ambito di un seminario interno al suo corso che si costituì il cosiddetto Circolo di Vienna, che divenne il centro di diffusione del movimento filosofico noto come Neopositivismo. Sulla scia della teoria della relatività einsteiniana (cui dedicò le opere Il significato filosofico della teoria della relatività, 1915, e Spazio e tempo nella fisica contemporanea, 1922), S. formulò nella Teoria generale della conoscenza (1918) una critica radicale della gnoseologia kantiana, adottando una forma di realismo critico secondo il quale il linguaggio è specchio del reale e le proposizioni metafisiche (a differenza di quelle scientifiche) sono conformazioni linguistiche in contraddizione con le sue regole. Successivamente, sotto l'influenza di L. Wittgenstein e di R. Carnap, S. ripensò i compiti della filosofia, attribuendole non più la funzione di acquisire conoscenze, ma quella di sottoporre ad analisi logico-linguistica i concetti scientifici; in tal modo, diveniva possibile depurare la filosofia dalle scorie metafisiche e da tutti quei problemi solo apparentemente filosofici. In questo senso, nella speculazione di S. un'importanza decisiva svolge il criterio di verificazione, in base al quale una proposizione possiede un valore di verità (ovvero può essere vera o falsa) e, dunque, ha senso se e solo se è possibile esplicitare il procedimento necessario per giungere a una sua verifica. È a questa seconda fase che risalgono le opere Esperire, conoscere, metafisica (1926), Positivismo e realismo (1932) e Forma e contenuto (1932). Della produzione filosofica di S. risulta di un qualche interesse anche la riflessione etica (Problemi di etica e aforismi, 1930; Natura e cultura, 1936), nella quale egli, in linea con la sua concezione della morale come scienza di fatti, tenta una fondazione empirica dell'eudemonismo (Berlino 1882 - Vienna 1936).