Antica arma da fuoco con una sola canna ad avancarica.
A partire dal Settecento il termine venne usato per indicare le armi da fuoco
lunghe, utilizzate per cacciare la selvaggina, e tale accezione del termine
sopravvive ancora oggi:
s. è infatti detto il fucile da caccia, a
una o due canne, ad anima liscia, sia a pallini sia a pallettoni. ║ Per
estens. -
A un tiro di s.: vicino, facilmente raggiungibile. • Mil.
- Fin dal XIII sec. il termine venne utilizzato in senso generico per indicare
le prime armi da fuoco caricate dalla bocca. Lo
s. era costituito da una
canna metallica di ferro o bronzo, la cui estremità posteriore chiusa
(
culatta) recava nella parte superiore un foro (
focone) attraverso
cui, servendosi di un ferro rovente o di una miccia, si dava fuoco alla carica.
A seconda del calibro e delle dimensioni, prendeva denominazioni diverse:
archibugio (V.) era detto lo
s.
portatile,
s. a crocco,
colubrinetta o
bombardella a
crocco, quello più pesante usato come arma da combattimento.
Generalmente, anche nella versione portatile, lo
s. era utilizzato da due
persone: il portatore, che doveva sorreggerlo durante il tiro, e il tiratore,
che prendeva la mira e sparava. Impiegato fino a tutto il XV sec., con
l'adozione della pietra focaia lo
s. venne sostituito dal fucile.