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Scherma.

Disciplina olimpica praticata con armi bianche incruente (fioretto, spada, sciabola) da due schermidori che si sfidano. ║ Per estens. - Nel pugilato, abilità di eludere gli attacchi avversari, di proteggersi da essi e, contemporaneamente, di riuscire a colpire. • Encicl. - Le origini della s. come tecnica di difesa personale sono antichissime. Già nell'antica Grecia veniva insegnata nei ginnasi l'oplomachia, un genere di s. dai caratteri ben definiti, mentre nella Roma imperiale erano diffuse vere e proprie scuole per gladiatori (tirones) in cui si combatteva con spade di legno. La tecnica della s. si andò affinando nel corso dei secoli, in base alla conformazione e alla pesantezza delle armi che venivano via via adottate. La scoperta della polvere da sparo, nel XIV sec., determinò la crisi delle armi bianche per finalità di tipo bellico e la progressiva trasformazione della s. che, da tecnica di combattimento, divenne mezzo di difesa personale e del proprio onore da parte dei gentiluomini dell'epoca. Il dilagare del duello favorì, così, la nascita delle scuole e la costruzione di armi simili a quelle vere. In particolare, si fa risalire al 1650 la nascita di un'arma, sostitutiva della spada, con i bordi della lama non taglienti e un bottone metallico sulla punta; da questo bottone, detto fiore, derivò il nome di fioretto, con cui fu battezzata quest'arma di allenamento. Parallelamente, si assistette alla divulgazione di trattati; il primo, dal titolo Flos duellatorum, venne scritto in versi e disegnato a mano dal friulano Fiore de' Liberti intorno al 1490. Fra i trattatisti più illustri si segnalarono inoltre: Camillo Agrippa, di Milano, con il Trattato di scientia d'arme (1533), che per primo rilevò la maggiore pericolosità del ricorso all'affondo; Giacomo di Grassi, di Modena, con la Ragione d'adoprar securamente l'arme sì da offesa come da difesa (1570), che mise in luce l'importanza delle qualità non solo fisiche, ma anche mentali dello schermidore; Giovanni dall'Agocchie, di Bologna, con Dell'arte della scherma (1572), che contribuì alla codificazione di alcune azioni schermistiche tuttora fondamentali, quali gli inviti e le parate, e suggerì un maggior utilizzo della punta rispetto ai colpi di taglio; fondamentale, infine, fu il trattato di Masaniello di Parise che, nel 1882, venne ufficialmente adottato come testo base per l'insegnamento della s. nella scuola magistrale militare, ponendo fine alla contesa fra la scuola napoletana e la scuola settentrionale. Nel corso del XIX sec., nacque lo sport della s. che, mediante l'elaborazione di vere e proprie regole, condusse a diverse manifestazioni schermistiche organizzate dai vari maestri di scuola, fino alle competizioni dei nostri giorni. A favorire lo sviluppo della s. in questa direzione fu la competizione fra le varie scuole, i cui campioni si affrontavano per affermare la propria superiorità. Attualmente, i regolamenti cui devono sottostare gli schermidori vengono elaborati dalla Fédération International d'Escrime (FIE) e, per l'Italia, dalla Federazione Italiana Scherma (FIS). • Sport - Sono tre le armi con cui si pratica la s.: il fioretto, la spada e la sciabola (quest'ultima riservata ai soli uomini). Le gare hanno luogo al chiuso, su una pedana di 14 m di lunghezza e di 1,80 m di larghezza; su essa sono disegnate le linee di avvertimento, che hanno appunto lo scopo di avvertire lo schermidore che sta per terminare lo spazio per arretrare concesso dal regolamento. Se per la sciabola è sufficiente una pedana tradizionale, in legno, in linoleum o in gomma, per il fioretto e la spada si utilizzano speciali pedane metalliche che consentono di segnalare le stoccate: sulla punta delle armi, infatti, si trova un bottone-interruttore che, a contatto con una superficie dell'avversario, mette in azione un segnale elettrico (ciò, tuttavia, avviene soltanto quando la forza della stoccata è superiore a valori stabiliti). I bersagli sono diversi a seconda dell'arma adottata: nel fioretto è valido soltanto il tronco, nella spada tutto il corpo, mentre nella sciabola tutta la figura dalla vita in su, senza eccezione per la testa e le braccia. Oltre a ciò, il colpo è regolare se colpisce il bersaglio esclusivamente di punta per il fioretto e la spada, indifferentemente di punta, taglio o controtaglio per la sciabola. La sicurezza degli schermidori impone che essi indossino un giubbetto di solida tela accollato, con abbottonatura laterale sul fianco sinistro, e un paio di pantaloni fermati generalmente al ginocchio. La mano che impugna l'arma è difesa da un guanto che ha forma varia a seconda che si tratti di guanto da fioretto, da spada o da sciabola, mentre il viso e la testa sono protetti da un'apposita maschera munita di paragola, paratesta e paraorecchie. Le calzature, infine, flessibili e resistenti al tempo stesso, hanno generalmente suole di bufalo o di gomma. La posizione classica dello schermidore è la cosiddetta guardia, che poco si differenzia nelle tre armi; da tale posizione lo schermidore, con il torso posto di fianco lungo l'asse della pedana, può procedere all'affondo, retrocedere e preparare le varie azioni di offesa e di difesa. I contendenti si affrontano in vari assalti, nei quali uno dei due deve mettere a segno un certo numero di stoccate entro un tempo determinato. Se, allo scadere del tempo pattuito, nessuno dei due raggiunge il numero massimo di stoccate, vince chi si trova in vantaggio; viceversa, se il numero delle stoccate è uguale per entrambi, nel fioretto e nella sciabola si continua a gareggiare fino alla stoccata decisiva da parte di uno dei due, mentre nella spada si decreta la sconfitta comune (eccezion fatta per gli assalti a eliminazione diretta). In caso di stoccata simultanea da parte dei due schermidori, nel fioretto e nella sciabola le due stoccate si annullano vicendevolmente; nella spada, invece, esse vengono considerate un colpo doppio. Le azioni di difesa e di offesa sono numerose. Tra le azioni di difesa si annoverano il semplice sottrarsi al raggio di azione dell'avversario, la parata (con cui lo schermidore allontana l'arma dell'avversario, cercando poi di colpire a sua volta) e l'uscita in tempo (il colpo di arresto, la cavazione in tempo, l'appuntata, l'imboccata, la passata sotto, l'inquartata e la contrazione); tra le azioni di offesa si distinguono quelle eseguite dalla misura di allungo con un affondo e quelle eseguite dalla misura camminando con un passo avanti e affondo. I tornei possono adottare la formula dei gironi all'italiana (in base alla quale ogni atleta deve gareggiare con tutti quelli del suo gruppo) o quella dell'eliminazione diretta (con oppure senza ripescaggi); non mancano neppure casi in cui si preferisce una formula mista fra le due precedenti. Vengono effettuate sia gare di squadra sia gare individuali, laddove le prime prevedono che ogni tiratore incontri tutti i componenti della formazione avversaria. Le classifiche delle gare a squadre sono le seguenti: ogni vittoria individuale comporta due punti; ogni incontro nullo un punto; ogni sconfitta zero punti; sommando tutti i punti individuali si ha il punteggio, mentre in caso di parità si fa riferimento al numero di stoccate ricevute da ciascuno schermidore. Assiste alle gare, con funzione di arbitro, un presidente di giuria, coadiuvato, qualora ciò si renda necessario, da due giudici di mano (nel fioretto) o da due giudici di terra (nella spada); per la sciabola è sufficiente il solo presidente. In passato, le Nazioni più forti in questo sport furono la Francia, l'Italia e l'Ungheria (quest'ultima soprattutto nella sciabola); più recentemente si sono distinte anche la Germania e altri Stati dell'Europa orientale, tra cui la Polonia e l'Unione Sovietica.