Filosofo tedesco. Discepolo di R. Eucken e di E.
Husserl, si laureò nel 1899 con una dissertazione sui rapporti fra i
principi della logica e i principi della morale. Di lì a poco
iniziò la carriera universitaria, insegnando a Jena, Monaco, Colonia e
Francoforte. Se già nell'opera
Il metodo trascendentale e psicologico
(1900)
S. si poneva in posizione polemica nei confronti del
trascendentalismo kantiano, fu nell'opera successiva,
Il formalismo
nell'etica e l'etica materiale dei valori (1916), che si chiarì
definitivamente l'impostazione di fondo del pensiero del filosofo. Contro Kant,
che escludeva la purezza di intenzione e il valore morale al di fuori di
un'etica puramente formale,
S. pose le basi per un'etica
a priori
e, ciò nonostante, materiale: i valori si incarnano nel mondo e restano
eternamente gli stessi anche se gli oggetti portatori di valore possono
cambiare; il soggetto coglie i valori ricorrendo non alla ragione, ma al
sentimento o, come la definì
S., all'“intuizione
emozionale”. Il filosofo classificò poi i valori in base a un
sistema gerarchico ispirato agli uomini da un “sentimento di
preferenza”: i valori della sensibilità (piacevole-spiacevole) e i
loro derivati (utile-dannoso) si trovano sul gradino più basso; seguono i
valori vitali (salute-malattia, giovinezza-vecchiaia); li superano i valori
spirituali (il bello, il giusto, il vero, i valori culturali in genere); il
vertice della scala, infine, è occupato dai valori religiosi (il sacro).
S. sottolineò la possibile convivenza fra i valori di tipo
edonistico e i valori più alti: perseguire l'utile, cioè, non
è di per sé un male e non comporta alcun pregiudizio di valori
spirituali o religiosi, a meno che non ostacoli volutamente la ricerca di valori
superiori. Nelle opere successive,
Sulla fenomenologia e teoria del
sentimento della simpatia e sull'odio e l'amore (1913) e
Modi e forme
della simpatia (1923),
S. introdusse nell'etica i sentimenti di
simpatia e di amore: simpatia è la condivisione di sentimenti fra due o
più persone che, quando da passiva diviene attiva, si trasforma in amore;
l'amore costituisce il culmine di ogni sentimento morale e, quando perde ogni
carattere di individualità, si eleva a sentimento religioso. Sul
sentimento dell'amore il filosofo fondò anche la sua sociologia che,
principalmente nel volume
Le forme del sapere e la società (1926),
si esplicò quale violenta critica alla società moderna, colpevole
di aver tradito quei valori di corresponsabilità e solidarietà sui
quali soltanto si può fondare una “comunità personale”
degna di tal nome. Buona parte delle riflessioni di
S. ebbero come
oggetto la religione; lo stesso filosofo visse con essa un rapporto travagliato:
accostatosi dapprima al Cattolicesimo, negli ultimi anni della sua vita
preferì ad esso una forma di Panteismo. Le opere più celebri
sull'argomento furono:
Missione della Germania e pensiero cattolico
(1918),
Il pentimento (1921) e
La posizione dell'uomo nel cosmo
(1928), quest'ultima rimasta incompiuta. Nei primi due scritti
S.
distinse la
psicologia della religione dalla sua
fenomenologia
che, confrontando fra loro le varie religioni, le organizza in una scienza
sistematica volgendosi, altresì, alla ricerca del contenuto stesso della
religione; diversa da entrambe è poi la
metafisica, che aspira a
costituire un'immagine globale della realtà, con risultati probabili, non
certi. Nell'ultima opera citata, infine,
S. si dedicò
all'elaborazione di un'antropologia filosofica che lo portò a ripudiare
la concezione cristiana della trascendenza di Dio; ad essa il filosofo
contrappose una divinità umanamente scissa tra spirito (o
razionalità) e istinto (o impulso), leggendo la storia come sviluppo del
conflitto fra questi opposti in vista della piena realizzazione del divino
attraverso l'uomo e nell'uomo stesso. Degne di nota sono poi le analisi
psicologiche di
S., contenute, oltre che in quelle già ricordate,
anche nelle opere seguenti:
Il sentimento della vergogna (1913),
Sul
risentimento e il giudizio di valore morale (1912),
Sull'etica e la
teoria della conoscenza (postumo, 1933), articoli e saggi di argomenti vari
che vennero pubblicati con il titolo
La crisi dei valori (1915). I
fenomeni psichici vennero concepiti dal filosofo come indipendenti da quelli
fisici, benché entrambi sostanzialmente accomunati dai medesimi
caratteri, compresa l'estensione (Monaco di Baviera 18974 - Francoforte sul Meno
1928).