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Satiricon). Romanzo latino satirico, in
prosa e versi, del I sec. attribuito a Petronio. Dell'opera, di cui non si
conosce il numero complessivo di volumi, sono pervenuti alcuni frammenti
relativi al XV e al XVI libro, tra i quali spicca l'episodio noto come
Cena
Trimalchionis. La trama si incentra sulle avventure dello studente ed esteta
Encolpio, del suo amante Gitone, del vecchio e corrotto poetastro Eumolpo,
attorno ai quali prendono forma una serie di personaggi minori (il liberto
arricchito Trimalcione, Circe, la matrona di Efeso, ecc.), in cui si imbatte il
trio vagante. L'opera è fin dall'esordio una parodia del romanzo
d'avventura tradizionale (
Odissea): come la consuetudine narrativa poneva
nell'ira di una divinità offesa lo spunto per lo snodarsi delle vicende
narrate, così nel
S. è il dio Priapo a perseguitare
Encolpio, costretto a girovagare senza meta nelle città dell'Italia
meridionale; come nei tradizionali romanzi d'avventura si imponeva una vicenda
amorosa, nell'opera di Petronio si afferma l'amore tra due uomini. Ciò
che il protagonista incontra durante le proprie peregrinazioni è di
conseguenza completamente diverso dal magico e mirabolante mondo di Ulisse; ai
suoi occhi si apre una realtà sordida e viziosa, volgare, dominata da
personaggi abietti e privi di scrupoli. Su tutti si innalza la figura
aristocratica dell'autore che, con un uso accorto del linguaggio (frequente
è l'adozione di barbarismi linguistici) e con distaccata ironia, riesce a
ricreare un'efficace rappresentazione dell'ambiente in cui si svolge la vicenda.
Proprio per la singolarità della trama e la naturalezza della narrazione,
il
S. costituì lo spunto per opere di diversi autori
contemporanei.