Relativo a un satiro. ║
Dramma s.: forma
teatrale greca. Molto vicino alle mascherate popolari, il dramma
s. fu in
realtà una sorta di farsa consistente in un prologo, in alcuni episodi e
nei canti corali ai quali spesso si aggiungeva una danza chiamata
sikinnis. Tale struttura sarebbe stata data al dramma
s. intorno
al 500 a.C. dal dorico Pratina di Fliunte che lo avrebbe introdotto in Atene,
anche se il dramma
s. avrebbe avuto origini molto più antiche e da
esso, anzi, sarebbe derivata la tragedia greca, come risulterebbe dalla
Poetica di Aristotele (capitoli IV e V). Lontane origini del dramma
s.
si potrebbero inoltre scorgere nel ditirambo, il canto corale greco legato
al culto di Dioniso che gli stessi Dori avevano inventato. Molti studiosi,
infatti, ne attribuiscono la creazione al poeta Arione di Mettima (secc. VII-VI
a.C.) che, poi, avrebbe sostituito i personaggi del coro (coreuti) con i satiri,
dando così vita al dramma
s. In esso, oltre al protagonista,
sempre un eroe o una divinità, agiscono immancabilmente quegli esseri
volgari e maliziosi (i satiri), sempre pronti allo scherzo, pusillanimi esseri
dagli attributi caprini capeggiati da un Sileno. Il
S. venne in genere
rappresentato durante le feste in onore di Dioniso ed ebbe numerosissimi
cultori, tra cui Euripide e Sofolce. Il primo scrisse il
Ciclope sulla
nota avventura di Ulisse, narrata con l'introduzione di spunti farseschi
alternati a momenti di schietta poesia lirica. Il secondo compose invece
Cercatori di tracce (
Ikhneutai), di cui ci sono giunti solo
frammenti. Il dramma satiresco non si spense con l'avvento della tragedia, ma
perdurò fino al II sec. d.C.