(dall'ebraico
qōdesh
haqôdāshīm e dal greco
tà ághia tòn
aghíon: la cosa santa tra le sante). Espressione ricorrente nel
Vecchio Testamento a indicare un luogo o un oggetto particolarmente sacro e, in
particolare, la parte più segreta del tempio ebraico, dove soltanto il
sommo sacerdote aveva facoltà d'entrare (
Esodo 26, 33-34;
I
Re 6, 16; 7, 50; 8, 6, ecc.). ║ Per estens. - Nelle chiese cristiane,
il presbiterio e il tabernacolo che custodisce l'eucarestia; in passato i laici
non avevano accesso al
s. ║ Fig. - Luogo esclusivo della politica,
dell'economia o della finanza, dove solo pochi privilegiati prendono decisioni
che, giuste o sbagliate, possono influenzare la vita di un'intera
società. ║
S.s. lateranense: cappella privata dei pontefici.
Anticamente collocata al primo piano del patriarchio lateranense, dopo la
demolizione di quest'ultimo a opera di Sisto V venne edificato intorno alla
cappella l'attuale edificio, all'interno del quale conduce alla cappella
suddetta la scala del vecchio palazzo, tradizionalmente identificata con la
scala del pretorio di Ponzio Pilato su cui salì lo stesso Gesù e
che sarebbe stata portata a Roma da sant'Elena. Le pareti della cappella, a
pianta quadrata, sono intervallate da archetti trilobati che insistono su
colonnine e danno forma a una falsa galleria, sormontata da una volta a crociera
costolonata. La galleria è decorata con vari dipinti di santi che
risalgono all'epoca di Sisto V. L'antica cassa di cipresso di Leone III
costituisce l'altare della cappella, a sua volta munito di portelli di bronzo,
con i busti degli apostoli, che vennero commissionati da papa Innocenzo III. Si
deve a quest'ultimo anche la copertura d'argento che protegge l'immagine del
Redentore collocata sopra l'altare. Ai lati della cappella sorgono due oratori
(San Lorenzo e San Silvestro), mentre al di sotto di essa vi sono resti di
ambienti che probabilmente ospitavano lo
scrinium (archivio, biblioteca)
del palazzo lateranense.