eXTReMe Tracker
Tweet

San Pietro in Vaticano.

Basilica romana. Eretta una prima volta all'epoca di Costantino, negli anni 324-349, era una costruzione a cinque navate, preceduta da un grandissimo atrio a colonne. Ricca di mosaici e affreschi, conteneva anche numerosi monumenti, molti dei quali sono conservati nelle Grotte Vaticane. Nel 1503 papa Giulio II incaricò Bramante di ricostruire totalmente l'antica basilica. Il progetto bramantesco prevedeva una pianta a croce greca con i bracci coronati da abside iscritta in un quadrato; quattro torri angolari con cupola dovevano ergersi lateralmente tra i bracci della croce, al centro della quale si apriva la cupola maggiore. La pianta centrale, ordinata secondo una gerarchia simmetrica tipica dell'architettura cinquecentesca, veniva reinterpretata secondo una concezione dinamica dello spazio; tutte le direttrici spaziali e strutturali convergono infatti verso il più ampio vano centrale sovrastato dalla cupola. I lavori ebbero inizio nel 1506 con la totale distruzione dei resti della basilica romana; nel 1512 furono terminati i quattro arconi e il coro provvisorio e l'anno successivo i lavori vennero sospesi. Nel 1514, dopo la morte del Bramante, la fabbrica di San Pietro passò nelle mani di Raffaello. Quest'ultimo doveva conoscere abbastanza approfonditamente il progetto precedente ma, sotto la pressione del nuovo papa Leone X, rielaborò il progetto integrando la parte già costruita in una pianta a croce latina, cioè longitudinale. La pianta longitudinale veniva imposta per ragioni di culto, essendo così strutturata la tipica pianta basilicale in uso nel periodo paleocristiano, epoca in cui maggiormente si era affermato il potere della Chiesa romana. Nella direzione dei lavori della basilica a Raffaello successe Antonio da Sangallo: il suo progetto rappresentò un compromesso tra la proposta del Bramante e quella di Raffaello. Egli volle infatti mantenere l'originaria struttura centrale, ma prolungò la navata centrale e vi antepose un vestibolo, creando così un effetto di disorganica dispersione dello spazio. Infelice fu pure la sua soluzione degli esterni, che Michelangelo descrisse come un insieme di molti "risalti, aguglie e tritumi di membri". Michelangelo fu il successore del Sangallo nella direzione dei lavori, che assunse nel 1547 e mantenne fino alla morte (1564). Egli rifiutò di applicare qualsiasi direttiva papale e riprese in esame la pianta del Bramante. Il progetto di Michelangelo, però, si incentra su una concezione di concentrazione spaziale, sostenuta da un serrato movimento di masse plastiche e di ritmi strutturali: tutti gli elementi portanti vengono legati tra loro, i quattro pilastri alla base della cupola assumono proporzioni monumentali e la cupola stessa viene fortemente ingrandita. Coerentemente con la soluzione interna, l'esterno si presenta come un teso fluire della superficie articolata in pareti piane e curve, fortemente incidenti tra loro e raccordate da piani obliqui, segnati dal ritmo regolare dei nicchioni, delle finestre e delle lesene corinzie. La facciata era stata pensata con un porticato di colonne corinzie sulle quali doveva emergere un pronao con timpani. Notevolissima è la cupola, concepita come saldamente unitaria col tamburo attraverso la corrispondenza dei contrafforti a colonne binate di questo immediatamente con i costoloni di quella, in un gioco serrato di aggetti plastici. Nella cupola viene sviluppato il tema della doppia calotta proposto per la prima volta dal Brunelleschi in Santa Maria del Fiore a Firenze. Durante l'edificazione, diretta da Giacomo della Porta e Domenico Fontana, la curvatura della cupola venne leggermente modificata: da perfettamente emisferica divenne a sesto leggermente rialzato. Dopo la morte di Michelangelo, l'interno venne modificato con il prolungamento della navata centrale; fedeli al suo progetto rimasero invece tutta la parte absidale e la cupola. La facciata fu realizzata da Carlo Maderno nel 1607 circa. Le proporzioni gigantesche della facciata si accordano con le dimensioni della chiesa, ma pregiudicano grandemente l'effetto della cupola michelangiolesca (un'idea di come tale effetto fosse stato concepito da Michelangelo si può avere portandosi dietro la basilica). Da cinque ingressi si entra nel portico; l'ultima a destra delle cinque porte dalle quale si accede all'interno della chiesa è la Porta Santa, aperta e chiusa dal papa in occasione dei Giubilei. La porta mediana ha imposte bronzee eseguite dal Filarete tra il 1439 e il 1445. Sopra l'ingresso mediano del portico è il celebre mosaico della Navicella, di Giotto. L'interno, di proporzioni enormi (187 m di lunghezza) conserva opere artisticamente valide. Tra le tante ricordiamo la Pietà di Michelangelo, celebre gruppo marmoreo eseguito nel 1499-1500; la statua bronzea di San Pietro, opera duecentesca probabilmente di Arnolfo; la tomba bronzea del papa Innocenzo VIII (1498) di Antonio Pollaiolo; il monumento di Clemente XIII (1784-92) di Antonio Canova; il monumento di Urbano VIII (1642) di Bernini; il baldacchino bronzeo (1624-34) di Bernini, espressione del Barocchismo più sfrenato, sopra l'altare papale.
la facciata della basilica di San Pietro