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Salvador, El.

Stato (21.041 kmq; 6.740.000 ab.) dell'America Centrale istmica. Confina a Ovest con il Guatemala, a Nord e a Est con l'Honduras, mentre a Sud si affaccia sull'Oceano Pacifico. Capitale: San Salvador. Città principali: Nueva San Salvador, Santa Ana e San Miguel. Ordinamento: Repubblica presidenziale; il presidente, eletto per cinque anni a suffragio universale, è capo del potere esecutivo, con il compito specifico di nominare e presiedere il Consiglio dei ministri; il potere legislativo spetta all'Assemblea nazionale, eletta per tre anni anch'essa a suffragio universale. Moneta: colón. Lingua ufficiale: spagnolo; sopravvivono alcuni idiomi amerindi, in particolare il nahua e il maya. Religione: cattolica; il Protestantesimo è praticato soltanto da un'esigua minoranza. Popolazione: è costituita prevalentemente da Meticci (70%), cui seguono gli Amerindi (20%) e i Creoli (10%).

GEOGRAFIA

Morfologia: il territorio, approssimativamente di forma rettangolare, è costituito da una fascia litoranea, per lo più bassa e rettilinea, e da una zona interna elevata, caratterizzata da due catene parallele di montagne. Quella settentrionale, più antica, non presenta altitudini particolarmente pronunciate, anche se lì sorge il Cerro Monte Cristo (2.418 m), la massima elevazione del Paese; quella meridionale, di origine più recente, ospita più di 20 vulcani, alcuni dei quali attivi: il più alto è il Santa Ana o Lamatepec (2.386 m), ma il più celebre è l'Izalco (1.830 m), denominato dai naviganti “faro del Pacifico” in ragione della sua lunga e spettacolare attività (dal 1770 al 1957, con una breve ripresa nel 1966). L'elevata sismicità associata al vulcanismo ha provocato diverse e tragiche catastrofi nella storia del S.Idrografia: rilevante la presenza dei laghi, per lo più all'interno di antichi crateri. Tra essi spiccano quello di Ilopango, il più grande del Paese, quello di Coatepeque e quello di Guija. Tra i numerosi fiumi, l'unico importante è il Rio Lempa, le cui acque, navigabili negli ultimi 40 km, alimentano consistenti impianti idroelettrici. ║ Clima: è di tipo tropicale, caldo-umido e caratterizzato da abbondanti precipitazioni che, particolarmente lungo la costa, favoriscono lo sviluppo di vaste foreste pluviali.
Cartina di El Salvador


ECONOMIA

L'economia del S. si fonda sull'agricoltura, che produce primariamente il caffè, in massima parte destinato all'esportazione, e il mais, riservato al consumo interno; altri prodotti rilevanti sono: la canna da zucchero, il cotone, i fagioli, il riso, l'ananas e le banane. Le foreste costituiscono una preziosa fonte di legname pregiato (per lo più mogano) e di varie essenze che vengono utilizzate dalle industrie farmaceutica e cosmetica (la più celebre è il cosiddetto balsamo del Perù). Non particolarmente sviluppati sono l'allevamento, presente tuttavia nella forma bovina e ovina, la pesca e il turismo; quest'ultimo è fortemente ostacolato dalla situazione politica interna. Il S. è il Paese più industrializzato dell'America Centrale istmica, con diversi stabilimenti alimentari (zucchero e birra) e tessili (cotonifici), calzaturifici, cementifici e impianti chimici; da non trascurare, poi, è l'apporto fornito dall'energia idroelettrica e geotermica. Il commercio, che si rivolge soprattutto agli Stati Uniti, al Messico, alla Germania e al Giappone, si basa sulle esportazioni di prodotti agricoli (primo fra tutti il caffè) e sulle importazioni di generi alimentari (per lo più cereali), petrolio, fertilizzanti e macchinari. Nonostante i recente progressi, l'economia del S., duramente provata dall'instabilità politica, dalla forte pressione demografica e da tragiche calamità naturali, non ha saputo evitare un sensibile aumento della disoccupazione, del debito estero e del deficit della bilancia dei pagamenti.

STORIA

Il territorio del S., popolato in epoca precolombiana dalle tribù indigene dei Lenca e dei Pipil, fu assoggettato alla Spagna da Pedro de Alvarado nel 1524, entrando poi a far parte dell'Audiencia del Guatemala, a sua volta appartenente al Vicereame della Nuova Spagna. I primi moti per l'indipendenza ebbero origine in S. con le sollevazioni guidate dal sacerdote J.M. Delgado (1811) e da M.J. Arce (1814), entrambe represse nel sangue. Dopo che il Messico ebbe conquistato l'indipendenza (1821), il capitano generale del Guatemala accordò l'indipendenza dalla Spagna a Chiapas, S., Nicaragua, Guatemala, Honduras e Costa Rica. Ne nacque un progetto di adesione delle province centro-americane al Messico che ebbe nel S., capeggiato da Delgado e da Arce, uno dei suoi principali avversari. Una volta repressa con le armi la resistenza salvadoregna, nel 1823 un'assemblea di rappresentanti delle varie province, riunitasi a Città del Guatemala, ratificò la nascita delle Province Unite dell'America Centrale, le quali si diedero una Costituzione repubblicana ed elessero Arce primo presidente (1825). Nel 1826 le difficoltà di Governo delle Province Unite determinarono l'assunzione di poteri dittatoriali da parte di Arce, mentre a San Salvador si concentravano le forze della resistenza liberale. Dopo un duro assedio, la città fu liberata nel 1829 da F. Morazán e divenne la nuova sede del Governo federale (1834). Gli anni successivi videro la dissoluzione della federazione (1839), la sconfitta di Morazán a opera del leader conservatore guatelmateco Carrera e la costituzione in S. di una Repubblica (1841). Quest'ultima si ritrovò politicamente divisa in due opposte fazioni: i liberali, favorevoli alla nascita di una federazione con gli Stati vicini, e i conservatori che, contrari a qualsiasi ipotesi federale, contribuirono al fallimento di vari tentativi effettuati in questo senso da S., Honduras e Nicaragua (1842-44, 1849-52 e 1862). Frattanto Carrera, che aveva appoggiato dall'esterno le forze conservatrici, invase il S. (1863), vi pose al Governo F. Dueñas e favorì l'approvazione di una nuova Costituzione di orientamento conservatore. Nel 1871 Dueñas fu rovesciato da S. González, a sua volta rimpiazzato dal liberale R. Zaldívar (1876-85). In questi anni il S. fu nuovamente oggetto delle mire guatelmateche di unificazione regionale, specie a opera del presidente J.R. Barrios il quale, dopo aver alternato alla via diplomatica il ricorso alla forza, fu sconfitto e ucciso a Chalchuapa (1885). Nel 1889 e nel 1898 il S. fu coinvolto in nuovi tentativi di unificazione territoriale, cui fecero seguito aspri contrasti con il Guatemala (1906) e il Nicaragua (1907) per questioni territoriali. Al predominio liberale pose termine, nel 1931, un colpo di Stato militare capeggiato dal generale M.H. Martínez, che istituì un regime dittatoriale e represse nel sangue ogni voce di dissenso. Nel 1945 a Martínez successero il generale S. Castañeda (1945-48) e i colonnelli Oscar Osorio (1950-56) e J.M. Lemus (1956-60), entrambi appartenenti a una fazione riformista delle forze armate da cui nacque il Partito Revolucionario de Unificación Democrática (PRUD). Nel 1961 si impadronì del Governo una giunta militare di ispirazione conservatrice, che si organizzò in una nuova formazione politica, il Partido de Conciliación Nacional (PCN), e portò al potere i colonnelli A. Rivera (1962-67) e F. Sánchez (1967-72). Frattanto, per questioni legate alla crescente emigrazione di Salvadoregni nel territorio honduregno, si inasprirono i rapporti fra S. e Honduras, fino allo scoppio nel 1969 di un vero e proprio conflitto che ebbe termine solo nel 1980. Alle presidenziali del 1972 e del 1977 prevalsero i candidati del PCN grazie a brogli e irregolarità diffuse. Nel corso degli anni seguenti il peggioramento nelle condizioni di vita della popolazione e la totale esclusione dell'opposizione dal Governo determinarono la nascita di gruppi guerriglieri di ispirazione marxista. Nel 1979, in seguito a un colpo di Stato, salì al potere una giunta di militari e civili costituita anche da esponenti progressisti; questi ultimi, tuttavia, vennero ben presto allontanati dal Governo. Le continue azioni terroristiche di formazioni paramilitari dell'estrema destra condussero, nel 1980, alla nascita di un'organizzazione unitaria, il Frente Farabundo Marti para la Liberación Nacional (FMLN), costituita da cinque gruppi guerriglieri di sinistra. Fu in questo clima di aperta guerra civile che il potere si accentrò nelle mani del leader democristiano J.N. Duarte: nominato dapprima presidente provvisorio, si affermò poi nel 1984; si deve a Duarte la convocazione di un'Assemblea costituente (1982) in cui si affermarono come maggioritari i partiti di destra (il PCN e l'Alianza REpublicana NAcionalista, ARENA, in stretti rapporti con gruppi terroristici paramilitari). Nonostante i diversi tentativi di pacificazione intrapresi dal presidente, i guerriglieri continuarono a minare la pace del Paese, indifferenti anche agli accordi internazionali stipulati nel 1987 a Esquipulas per una pacificazione generale in America Centrale. Dopo l'affermazione dell'ARENA, con A. Cristiani, alle elezioni legislative del 1988 e la conseguente radicalizzazione del conflitto interno, nel 1990 la fondamentale mediazione dell'ONU rese possibile l'impegno per una soluzione negoziale del conflitto. Fu così che nel 1992, dopo circa 12 anni di lotte e più di 75.000 morti, si pose ufficialmente fine alla guerra civile. Nonostante gli accordi di pace, la spirale di violenza non si arrestò e, nel corso del 1992, vennero commessi centinaia di omicidi politici. Sebbene la successiva politica della destra non abbia comportato significativi miglioramenti nella vita della popolazione, alle prime elezioni del dopoguerra (1994) l'ARENA ottenne nuovamente la maggioranza, conquistando la presidenza della Repubblica con A. Calderón Sol. Quest'ultimo continuò nella linea politica intrapresa da Cristiani, accelerando ulteriormente le privatizzazioni e appesantendo la tassazione indiretta. Frattanto, l'FMLN, trasformatosi in partito politico, si impose quale principale partito di opposizione. Con le elezioni legislative e amministrative del 1997 si ebbe una equa spartizione dei seggi tra FMLN e ARENA. Alle presidenziali del marzo 1999 venne eletto il candidato di destra F.G. Flores, mentre nelle consultazioni legislative e amministrative del marzo 2000 l'FMLN ottenne la maggioranza dei seggi. Nel febbraio 2001 il S. fu colpito da un terremoto devastante che mise in ginocchio il Paese, causando circa 1.200 vittime e un milione di senzatetto. Nel giugno 2002 due generali in pensione accusati di praticare torture su prigionieri politici durante la guerra civile salvadoregna vennero messi a processo negli Stati Uniti. Nel marzo 2003 le elezioni legislative del Paese videro la vittoria dell'FMLN che, con 31 seggi su 84, divenne il primo partito in Parlamento. Tuttavia la grande astensione (oltre il 58%) fece scattare forti proteste da parte delle opposizioni che chiesero, senza successo, l'annullamento dei risultati della consultazione elettorale. Nel dicembre 2003 il Paese sottoscrisse, insieme a Guatemala, Nicaragua e Honduras, il Trattato di libero commercio tra Stati Uniti e Centroamerica (TLCEUCA-CAFTA). Le consultazioni presidenziali del marzo 2004 sancirono ancora una volta la vittoria dell'ARENA e del suo candidato Elias Antonio Saca, che ottenne il 59% dei voti. Il nuovo presidente pose come priorità la lotta contro la criminalità e la corruzione, la collaborazione con l'opposizione parlamentare, il consolidamento della politica liberista del suo predecessore Flores. Anche le votazioni per l’elezione dei sindaci e delle giunte municipali e per il rinnovo dell’Assemblea legislativa, tenutesi nel marzo 2006, si conclusero con la netta vittoria dell'ARENA.