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Saigo, Takamori.

Uomo politico giapponese. Capo indiscusso del clan Satsuma, nel 1865 tentò di concludere una lega fra il suo clan e quello dei Chosu allo scopo di promuovere la cosiddetta “restaurazione Meiji”, che doveva portare al trono del Tenno, nel 1867, l'imperatore Mutsuhito, creatore del Giappone moderno. Divenuto capo di Stato Maggiore delle truppe imperiali che combatterono nelle vicinanze di Edo (Tokyo) per la restaurazione dell'Impero in sostituzione dello shogunato di Keiti, ottenne, con la sua abile diplomazia, la resa incruenta del castello della città, che sarebbe più tardi divenuto il palazzo imperiale. Nel 1868 quando già Mutsuhito aveva assunto le redini dell'Impero, fu nominato consigliere di corte riunendo nella sua persona anche una carica civile ed una militare. Nel 1871 trattò lo scioglimento dell'amministrazione regionale, ancora in uso, a favore di un'unica amministrazione centrale con la sostituzione degli antichi feudi con nuovi distretti amministrativi. Nel 1872 si schierò decisamente contro la nuova legge che introduceva il servizio militare obbligatorio sostenendo che soltanto i samurai avevano il diritto e l'onore di essere soldati; nello stesso anno S. lasciò i suoi incarichi trovandosi in pieno contrasto con i componenti del Governo. Fautore di una guerra contro la Corea che egli stesso sperava di poter condurre, si vide rifiutare le sue proposte sull'aperto problema della vicina regione continentale. Influenzato dal suo eroico passato di samurai, in risposta al rifiuto di entrare in guerra con la Corea, S. fondò una scuola d'arte bellica. In seno a questa istituzione si formò il germe che, sviluppandosi doveva condurre, nel 1877 alla rivolta contro il Governo. Egli stesso guidò la rivolta che porta il suo nome e che costò al Giappone più di 30.000 vite umane, da una parte e dall'altra. I governativi ebbero la meglio ricorrendo a una sanguinosa repressione; si dice che S., vista ormai perduta ogni speranza di vittoria della sua fazione, abbia chiesto al suo compagno di lotta di tagliargli la testa con la sciabola; secondo un'altra versione, invece, egli avrebbe fatto “Harakiri” secondo l'uso dei samurai. S. divenne perciò l'idolo dei militaristi del XX sec. e fu considerato un eroe anche dalla massa del popolo in quanto era chiaro che la sua rivolta non era diretta contro la persona dell'imperatore, bensì contro i corrotti ministri che diedero una falsa direzione alla volontà imperiale. A Tokyo venne eretto in suo onore un monumento (Kagoshima 1827-1877).