Territorio dell'Africa nord-occidentale,
appartenente al Marocco, che si estende sull'Oceano Atlantico dalla foce
dell'Uadi Draa al Capo Bianco. Capoluogo: al-Aaiún. • Geogr. -
È un'area prevalentemente desertica, dove prevale la
hammada
tabulare (300÷600 m s/m.) che s'interrompe in prossimità
dell'Oceano Atlantico, con coste basse e prive di approdi. Il clima è
tipicamente sahariano, con una piovosità che non supera i 100÷200
mm, temperature medie estive che si aggirano sui 20÷25 °C e invernali
sui 15 °C circa. • Econ. - La popolazione di origine berbera si
dedica alla pesca e all'allevamento del cammello. L'importanza economica
dell'area è rappresentata dal ricco giacimento di fosfati di Bou Kraa, a
Sud-Est di al-Aaiún. Le comunicazioni riguardano soprattutto le Canarie.
• St. - Il territorio fu inizialmente abitato da tribù berbere che
a partire dal XIII sec. si mischiarono a popolazioni beduine di lingua araba,
dando vita all'originario nucleo della popolazione sahrawi; esso entrò
nella sfera d'influenza spagnola nel XVI sec., quando furono insediati lungo la
fascia costiera presidi commerciali che tuttavia solo nel 1884 divennero
protettorato di Madrid. Nel 1934 la Spagna assunse l'effettivo controllo dei
territori che, dopo la scoperta dell'importante giacimento di fosfati di Bou
Kraa, furono in seguito (1958) costituiti in provincia metropolitana con il nome
di
S. spagnolo (conservato fino al 1975). L'emergere di una sempre
più avvertita coscienza nazionale portò nel 1973 alla nascita del
Frente Polisario per la rivendicazione del diritto all'autodeterminazione del
popolo sahrawi. La cosiddetta questione sahariana esplose negli anni Settanta
soprattutto per le pressioni esercitate dal Governo marocchino, intenzionato a
entrare in possesso del territorio non attraverso l'autodeterminazione della
popolazione residente, così come proposto dall'ONU, ma mediante accordi
diretti con il Governo spagnolo; tale accordo sarebbe stato possibile, secondo
il Governo di Rabat, per il fatto che la popolazione residente nel territorio
costituiva una minoranza rispetto ai Sahariani stabilitisi in territorio
marocchino. Alla posizione del Marocco si contrapponeva quella dell'Algeria,
favorevole all'indipendenza e all'autodeterminazione, per la quale si
pronunciò anche la Corte internazionale dell'Aia. Nel novembre 1975 il
Governo spagnolo concluse un accordo con il Marocco e la Mauritania per la
spartizione del
S. O. tra i due Stati, fissando la linea di confine a
Dakhla (ex Villa Cisneros). Ciò provocò la risposta armata del
popolo sahrawi, guidato dal Frente Polisario, che proclamò l'indipendenza
(27 febbraio 1976) e la costituzione della Repubblica araba sahrawi democratica
(RASD), con a capo il segretario del Polisario, Mohamed Abdelaziz. Nonostante il
crescente impegno militare marocchino, il Frente Polisario assunse il controllo
di vaste aree del territorio e impedì lo sfruttamento dei giacimenti di
Bou Kraa, con un'intensa attività di guerriglia appoggiata dall'Algeria.
Il Frente Polisario venne riconosciuto dall'ONU nel 1979 quale legittimo
rappresentante del popolo sahrawi. Nel 1982 la RASD venne ammessa all'OUA e
progressivamente riconosciuta da oltre 70 Stati. Nel 1988 un piano di pace
dell'ONU venne accettato dal Marocco e dal Frente Polisario, ma la situazione
non si sbloccò. Il Marocco rimase presente sul territorio con le proprie
truppe e il referendum di autodeterminazione del
S. O., inizialmente
previsto per il 1992, fu ripetutamente rinviato per divergenze tra il Marocco e
il Frente Polisario, lasciando ancora aperta la questione sahariana.