Opera di G.W. Leibniz pubblicata nel 1710.
Preceduto da un
Discorso sulla conformità della fede con la
ragione, il testo si chiude con un compendio dell'opera e con due appendici
critiche, dedicate rispettivamente ai testi
La libertà,
la
necessità e il caso di Hobbes e al
De origine mali di W. King.
I temi trattati dal filosofo vertono sulla difesa della libertà umana e
sull'attestazione della compatibilità tra il male e la perfetta
bontà divina. Il creato, afferma l'autore, non è perfetto quanto
il proprio creatore, che tuttavia ha scelto tra il migliore dei mondi possibili,
quello cioè contenente il massimo grado di perfezione compatibile con le
creature. Il credente, quindi, non dovrebbe cedere allo sconforto di fronte al
male, ma in esso osservare semplicemente la minima presenza del negativo
rispetto a quello esistente in tutti gli universi possibili.