Movimento religioso e politico dell'antico Ebraismo.
L'etimologia del termine è connessa a
Sadoq, nome proprio del
capostipite della famiglia che espresse il sommo sacerdote dai tempi di Salomone
fino alla deposizione di Onia III nel 175 a.C. Le fonti antiche relative ai
s. sono indirette e spesso ostili, essendo di ambiente farisaico,
perciò sono solo parzialmente attendibili. Costituitisi come gruppo con
valenza politica (antagonista a farisei ed esseni), i
s. contavano i
propri adepti tra le classi aristocratiche e di censo elevato ed ebbero in
comune, più che una precisa ideologia o interpretazione religiosa,
l'interesse per il controllo del Tempio e delle attività inerenti, i
legami con la cultura ed il mondo ellenico prima e romano poi. Da un punto di
vista dottrinale furono conservatori, considerando la propria fazione come sola
depositaria della retta interpretazione della Legge, in senso nettamente
arcaizzante, e respingendo ogni elemento non attestato esplicitamente dalla
Legge. Per tale ragione avversarono sia i farisei sia Gesù che con questi
ultimi condivise, tolta la rigidezza rituale, credenze non originarie ma accolte
nel patrimonio religioso ebraico in un secondo momento (fede nell'aldilà,
nella risurrezione dei morti, nell'esistenza degli angeli, nella tradizione
sacra orale). Rispetto ai farisei, inoltre, vi erano divergenze
nell'applicazione di alcune norme rituali e nel contenuto attribuito all'attesa
messianica cui i
s. si rifiutavano di attribuire valenze escatologiche.
L'influsso dei
s. nella vita politica ed economica ebraica fu notevole,
ma non toccò mai la vita e la fede comune del popolo, che si identificava
maggiormente con la setta farisaica. I
s. che avevano nel Tempio il
proprio centro di potere scomparvero di fatto con esso. Con la distruzione di
Gerusalemme nel 70 d.C. si esauriscono anche le notizie che li riguardano.