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Sachs, Hans.

Poeta tedesco. Seguendo i costumi del tempo e la volontà del padre, sarto a Norimberga, frequentò una scuola di latino. Nel 1509 divenne apprendista ciabattino, e nel medesimo periodo studiò, sotto la guida di un tessitore, le regole dell'arte dei Meisterlieder (maestri cantori; (V.). Intraprese quindi, a partire dal 1511, una lunga serie di viaggi, durante i quali visitò le scuole poetiche dei più noti maestri cantori allora attivi. Tornato nella città natale nel 1516, vi si stabilì, esercitando la professione di calzolaio; l'anno successivo fu nominato maestro cantore nella stessa Norimberga. Dalla sua patria ereditò lo spirito gioioso e la solida mentalità borghese, i cui riflessi appaiono evidenti nelle sue opere. La sua produzione letteraria ed artistica è vastissima, e comprende più di 4.000 canzoni (4.275 ne contò S. stesso nel 1567), 1.800 componimenti in versi di argomento sentenzioso e didattico, nonché 208 opere teatrali, suddivise in tragedie, commedie e farse carnevalesche: la più famosa di queste ultime è Lo studente vagante (1550), piena di vivacità e di forza comica, apprezzata per la concretezza del linguaggio. In quattro dialoghi in prosa e nell'opera poetica L'usignolo di Wittemberg (1523) prese posizione a favore della Riforma ed esaltò l'operato di Lutero. Considerato uno degli iniziatori dell'arte drammatica in Germania, nelle sue opere teatrali S. trattò argomenti di ispirazione essenzialmente biblica e medioevale: i protagonisti tuttavia manifestano sentimenti e atteggiamenti tipici della società del suo tempo. Amico e conoscente di molti umanisti, S. ne rielaborò il pensiero in molti suoi componimenti, contribuendo così a diffondere la cultura umanistica all'interno della borghesia tedesca, dalla quale fu molto apprezzato. Un altro tratto caratterizzante dei suoi scritti è il sentimento di scherno nutrito nei confronti della Chiesa cattolica: vi abbondano infatti scherzi e motteggi contro la Chiesa di Roma, i suoi ministri e i suoi riti, e l'autore flagellò con energia il malcostume della corte papale. Apprezzato dai contemporanei, dei cui sentimenti e ideali fu interprete sincero, fu trascurato e giudicato rozzo dal Seicento “colto” e barocco e dal Classicismo illuminista. Rivalutato dal Romanticismo, soprattutto per merito di W. Goethe, che ne fece rappresentare alcune opere a Weimar, fu esaltato da R. Wagner, il quale ne rievocò la figura nei Maestri cantori di Norimberga (Norimberga 1494-1576).