Acronimo di
Sistema Monetario Europeo. Accordo
programmatico internazionale entrato in vigore nel marzo 1979 con la funzione di
regolare i rapporti di cambio tra i Paesi membri della CEE, allo scopo di
favorire l'integrazione economica europea e la stabilità monetaria tra i
Paesi partecipanti. Tale obiettivo risultò di particolare importanza
negli anni Settanta, contraddistinti da elevata inflazione e instabilità
dei cambi. Principale strumento dello
SME era l'ECU
(V.), l'unità monetaria convenzionale il cui
valore iniziale era stato fatto uguale a un paniere di monete. Nel caso in cui
il valore della moneta nazionale oscillava oltre il 2,5% rispetto al tasso di
cambio determinato con qualsiasi altra moneta, le banche centrali erano tenute a
intervenire in modo da riallineare la propria situazione. L'incapacità a
far fronte a processi inflazionistici, nonché alcune manovre speculative
internazionali costrinsero Italia e Gran Bretagna a uscire dallo
SME
(settembre 1992); l'Italia vi rientrò nel 1996 a fronte di una politica
di risanamento dei conti pubblici. Dal 1993 il ruolo dello
SME perse
efficacia, in quanto il margine di oscillazione della maggior parte delle monete
rispetto alla parità centrale venne fissato al 15%. Inoltre, lo
SME fu relegato a un ruolo del tutto marginale con l'avvento dell'UEM
(V. UNIONE ECONOMICA E MONETARIA), che inizialmente fissò la parità tra le principali
monete (tra cui marco tedesco e franco francese) e, in seguito, sancì l'entrata in vigore
dell'euro quale moneta unica, che può essere di fatto utilizzata in
sostituzione delle valute nazionali (gennaio 1999). In base a una lista stilata
il 2 maggio 1998 dal Consiglio europeo di Bruxelles, dei 15 Stati membri della
Comunità europea, solo 11 furono ritenuti in grado di adottare la
moneta unica: si tratta del cosiddetto
gruppo di testa formato da
Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo,
Olanda, Portogallo e Spagna (detti Paesi
in). Questi (compresa la Grecia),
il 1° gennaio 2002, realizzarono il definitivo passaggio all'euro con la pratica
introduzione di bancononte e monete della nuova valuta europea a sostituzione di quelle
nazionali. Per i restanti Paesi che, pur facendo parte dell'Unione europea, non avevano
adottato l'euro, venne istituito un apposito sistema valutario, lo SME 2
(V.).