Pittore fiammingo. Trasferitosi dalla
nativa Germania, Paese in cui la famiglia si era rifugiata per motivi religiosi
e politici, ad Anversa (1587), frequentò la bottega di T. Verhaecht e
successivamente quella di A. van Noort; infine completò la propria
formazione presso O. van Veen, che lo avvicinò al Manierismo
rinascimentale. Nel 1600 partì per l'Italia, fermandosi dapprima a
Venezia, dove fu entusiasticamente colpito dalle tele di Tiziano, di Veronese e
di Tintoretto, delle quali realizzò alcune copie, e dove conobbe Vincenzo
I Gonzaga che lo chiamò nel proprio ducato, conferendogli un incarico
mantenuto dal pittore nei successivi otto anni di permanenza italiana. Durante
il 1601
R. si recò a Firenze e a Genova, eseguendo copie di
ritratti; raggiunse in seguito Roma. In questo primo soggiorno romano,
R.
realizzò per la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme un trittico con
l'
Erezione della Croce, l'
Incoronazione di spine e il
Trionfo
di Sant'Elena, opere in cui i ricordi fiamminghi si mescolano con echi del
colorismo veneto. Nel 1603 fu inviato a Madrid, presso Filippo III, in missione
diplomatica per il duca di Modena; qui poté accostarsi alle collezioni
reali e, contemporaneamente, mostrare doti di fine diplomazia che gli valsero
l'apprezzamento dei contemporanei. Nel 1604 fu nuovamente a Mantova, dove
dipinse per la chiesa della Trinità il
Battesimo di Gesù,
la
Trasfigurazione e la
Trinità con la famiglia Gonzaga, in
cui gli esiti pittorici dei veneziani si innestano su uno schema ritrattistico
tipicamente fiammingo, dai toni coloristici grandiosi e magniloquenti, quasi
vicini alla sensibilità barocca. Negli anni 1605-06 dipinse per nobili
famiglie genovesi alcuni ritratti, come quelli di Maria Grimaldi col nano,
quello equestre di Giovanni Carlo Doria e quello del Giovane patrizio, mentre
nel 1607 compì per il Sant'Amborgio della stessa città
La
circoncisione. Nel 1608 passò nuovamente a Roma, città in cui
completò tre pitture su ardesia per la chiesa di Santa Maria in
Vallicella:
La Vergine in gloria adorata dagli angeli, i
Santi
Gregorio,
Mauro e Papiano e i
Santi Domitilla,
Nereo e
Achilleo, pitture nelle quali sono particolarmente evidenti la ricchezza di
panneggio, la grandiosità espressiva delle figure e il respiro spaziale
delle architetture, preludio alla corrente barocca romana. La composizione
più rappresentativa del soggiorno italiano di
R. è tuttavia
l'
Adorazione notturna dei pastori per la chiesa di San Filippo Neri di
Fermo: capolavoro di finezza straordinaria che unisce le soluzioni luministiche
di Caravaggio con la delicatezza di gamme cromatiche tipica di Correggio,
sottolineando una sensibilità artistica visibile soprattutto nelle ombre
che esaltano un colore ricco, pastoso e vibrante. La morte della madre lo
obbligò a lasciare l'Italia, divenendo pittore per i reggenti Alberto
d'Austria, governatore delle Fiandre, e Isabella sua consorte. Si
trasferì quindi ad Anversa, città in cui costruì la propria
abitazione, trasformatasi presto in uno studio-bottega che accolse numerosi
artisti tra cui A. van Dyck. Tra le opere di questo periodo figurano
l'
Autoritratto con la moglie (1609) in cui le figure, disposte
liberamente nello spazio, occupano la completa superficie della tela, arricchita
dalla componente paesaggistica che, intravista in secondo piano, crea un effetto
allusivo di spazio infinito; inoltre dipinse l'
Erezione della Croce
(1610-11) e la
Deposizione dalla Croce (1611-14) per la cattedrale di
Anversa, opere in cui gli accenni all'arte italiana si stemperano nell'audacia
delle forme potenti, di rapida e decisa fattura, tipiche del Barocco nordico. Lo
stile teso e tragico di
R. giunse poi alla completa affermazione nel
Grande Giudizio universale (1615-16), nella
Battaglia delle Amazzoni
(1615-18) e nel
Piccolo Giudizio universale (1618-20), conservati
alla Alte Pinakothek di Monaco, nei quali l'esaltazione delle forme e la
struttura compositiva complessa conferiscono grandiosità all'insieme. Dal
1620, assistito da collaboratori,
R. si dedicò alla decorazione
della chiesa dei Gesuiti di Anversa (pitture distrutte da un incendio nel 1718)
e alla
Storia di Maria de' Medici per il palazzo del Lussemburgo a Parigi
(1621-25, ora al Louvre). La morte della moglie (1626) determinò un
momentaneo impoverimento nella produzione artistica di
R., impegnato nel
1628 e nell'anno seguente in una serie di missioni diplomatiche che lo portarono
in Spagna e in Inghilterra per patrocinare la conclusione della guerra dei
Trent'anni. Ritornato ad Anversa, si risposò con la giovanissima
Hélène Fourment, circostanza che gli suggerì la
composizione di splendidi ritratti e scenari, caratterizzati da una stesura del
colore più calda e densa, intrisa di una luce vivificante. Gli ultimi
anni di
R. furono impegnati nella decorazione dalla Banqueting Hall di
Londra e nella preparazione di opere d'ispirazione sostanzialmente profana dove
una gioia vitale trabocca nei ritmi ormai barocchi dell'idillico
Ulisse con
Nausicaa (1633), e nella decorazione di episodi delle
Metamorfosi di
Ovidio per il padiglione di caccia della Torre de la Parada, presso Madrid
(1637-38) (Siegen, Vestfalia 1577 - Anversa 1640).
Pieter Rubens: “La guerra e la pace”