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Rolland, Romain.

Scrittore, storico e critico musicale francese. Compiuti gli studi alla Scuola normale superiore di Parigi, insegnò Storia dell'arte presso quella stessa università, e quindi Storia della musica all'università della Sorbona; nel 1901 fondò l'importante «Rivista di storia e di critica musicale». Insigne musicologo, offrì a quest'arte - da lui ritenuta un linguaggio universale in grado di affratellare tutti gli individui - contributi dotti e importanti, fra i quali sono da menzionare Le origini del teatro lirico. Storia dell'opera in Europa prima di Lulli e Scarlatti (1895), Musicisti di un tempo (1908) e Musicisti di oggi (1908). Inoltre, alla figura romantica di L. van Beethoven consacrò sia una biografia (Vita di Beethoven, 1903), sia un'imponente monografia in sette volumi (Beethoven, 1928-57). Alla sua considerevole formazione filosofica, artistica e letteraria R. unì un altrettanto rilevante impegno politico e sociale. Fermamente convinto della validità dei valori di democrazia e di libertà sanciti dalla Rivoluzione del 1789, ma pericolosamente posti in discussione dalle tendenze reazionarie e irrazionaliste che si andavano diffondendo in Francia e in Europa e che si esplicarono chiaramente per la prima volta nella vicenda nota come «l'affare Dreyfus» (1894-98), R. si schierò con forza contro ogni forma di decadentismo reazionario, sia sul piano filosofico, sia sul piano più strettamente letterario. Il suo interesse per le problematiche concernenti la Rivoluzione francese lo indusse a scrivere una serie di drammi teatrali ad essa dedicati (I lupi, 1898; Danton, 1900; Il 14 luglio, 1902; Il gioco dell'amore e della morte, 1925; Robespierre, 1939); come drammaturgo produsse anche una trilogia di argomento religioso (Le tragedie della fede, 1897-99), nella quale era esaltato il sacrificio della fede, e uno scritto teorico sul teatro (Il teatro del popolo, 1903). Il successo e la popolarità gli arrisero però grazie a una serie di biografie, assai apprezzate e che ebbero una certa importanza anche sul piano sociale, in quanto contribuirono a orientare una parte dell'opinione pubblica in senso contrario alla corrente reazionaria: in questi scritti (Vita di Michelangelo, 1907; Tolstoj, 1911; Mahatma Gandhi, 1935), infatti, R. esaltò le gesta degli uomini che lottarono per il progresso e per la libertà. La stessa tematica, che venne definita una «rivolta umanistica» in difesa dei più autentici valori dell'uomo, informa anche la sua produzione successiva, e in particolare il suo lavoro più noto, il romanzo Jean-Christophe (1904-12), in 10 volumi, la cui pubblicazione iniziò sulla rivista «Cahiers de la Quinzaine» di Ch. Péguy. In questo romanzo, nel quale sono descritte le vicende e le traversie (ispirate in parte alla vita di Beethoven, in parte a quella dell'autore stesso) di un giovane musicista renano in lotta con l'ostilità della tradizione e con la fatuità della società, R. fornì un interessante affresco della civiltà europea nell'età di transizione fra Ottocento e Novecento, ed espresse chiaramente la sua visione del mondo, improntata agli ideali di sincerità e di libertà. Convinto pacifista, nel 1913, allo scoppio del primo conflitto mondiale, si rifugiò in Svizzera, dove pubblicò opuscoli di appello ai belligeranti e di denuncia del massacro che si stava perpetrando sui campi di tutta Europa: il suo Al di sopra della mischia (1915) ebbe un'enorme diffusione e grande influenza sulla società francese. Nel 1915 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, con una motivazione che sottolineava l'importanza della sua fede nella fratellanza umana. Aderì quindi alla Rivoluzione russa e all'ideologia comunista; in seguito all'avvento di Hitler al potere partecipò con altri intellettuali francesi a numerose proteste contro il Nazionalsocialismo e il Fascismo; nel 1934 si impegnò per la liberazione di A. Gramsci e nel 1935 fondò un Comitato internazionale di aiuto per i prigionieri e i deportati antifascisti italiani. Negli stessi anni non cessò tuttavia la sua attività letteraria; compose romanzi (Colas Breugnon, 1920; Clérambault, 1921; L'anima incantata, 1922-33, in 6 volumi) e redasse una sorta di diario, pubblicato nel 1943 con il titolo La vita interiore (Clamecy, Borgogna 1866 - Vézelay, Ginevra 1944).