Economista inglese. Docente di Economia all'università di Londra (dal
1939) e di Cambridge (1944-57), si rifece al pensiero di A. Marshall e, seguendo
linee proprie, sviluppò una teoria monetaria. Esordì nel 1914 con
un importante articolo sulle fluttuazioni cicliche in cui presentava materiale
storico a sostegno dell'idea secondo cui nelle fluttuazioni un ruolo di primo
piano spetta al progresso tecnico, dato che alcuni boom sono connessi a grandi
innovazioni (costruzione delle ferrovie, elettricità, motore a scoppio,
ecc.). Fu uno dei fondatori dell'analisi periodale, in seguito combinata, dalla
teoria moderna, con il sistema keynesiano. Secondo tale impostazione,
l'unità-periodale deve essere in grado di cogliere la variazione, ossia
il momento di equilibrio dovuto a una modificazione del flusso monetario. Tra
gli scritti ricordiamo:
Studi sulla fluttuazione industriale (1915),
Il controllo dell'industria (1923),
Saggi sulla teoria monetaria
(1940),
Commentari economici (1956),
Letture sui principi
economici (1957-59) (1890 - Londra 1963).