Rivista settimanale politico-culturale fondata e diretta a Torino da P. Gobetti.
Apparve nel febbraio del 1922 con un manifesto programmatico che si collocava in
aperta polemica con lo Stato liberale, in evidente crisi e prossimo a crollare
sotto la spinta fascista. La rivista, costretta dagli eventi a scendere sul
piano della lotta politica, ottenne l'appoggio degli esponenti più
significativi della cultura italiana, anche se, dopo una vita relativamente
breve e una serie di sequestri, fu sospesa nel novembre 1925. La
R.L. si
giovò dell'adesione di personaggi di formazione diversa, quali L.
Einaudi, G. Amendola, A. Monti, L. Salvatorelli, C. Levi, N. Sapegno, L. Basso e
C. Rosselli. Superando i presupposti della «Voce» di Prezzolini,
operò al di sopra dei movimenti e dei partiti, in un'ottica di
democrazia politica, morale e culturale allora inconsueta.