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Rima.

Identità di suono di due o più parole, a partire dall'ultima vocale accentata. Collocata di solito alla fine del verso, può ricorrere anche all'interno dello stesso dando luogo a una r. interna o, se cade in fine di emistichio, a una rimalmezzo. Quando il suono non è perfettamente uguale si può avere un'assonanza (quando sono uguali le vocali e diverse le consonanti), o una consonanza (quando sono uguali le consonanti e diverse le vocali). A seconda della posizione dell'accento nelle parole, la r. può essere: maschile, cioè tronca, ossitona; femminile, cioè piana, parossitona; dattilica, cioè sdrucciola, proparossitona; iperdattilica, cioè bisdrucciola. A seconda del tipo di combinazione dei versi tra loro rimanti, la r. può essere definita: baciata o accoppiata, se le r. procedono a coppie (AA.BB.CC); alterna o alternata, se le r. si avvicendano (ABABAB); incrociata o abbracciata, se le r. si ripetono fra altre uguali (ABBA oppure CDC.CDC); invertita, se dopo una sequenza di tre o più, le r. si invertono dall'ultima alla prima (ABC.CBA); incatenata o terza r. dantesca, se le r. si incatenano tra loro (ABC.BCB.CDC.DED); ripetuta o costante, se le r. si susseguono sempre nello stesso ordine (ABC.ABC.ABC.) • St. - La tecnica della r. era presente già nella poesia latina di Varrone, Virgilio, Orazio, Seneca, anche se nel loro caso si trattava di un mero strumento stilistico. La r. era invece solidamente presente nella poesia dei popoli arabi, da cui si diffuse nella Gallia merovingica, nella Spagna visigotica e in Irlanda. Nei territori di lingua germanica, invece, forte restava la fedeltà all'allitterazione, legata anche alla poesia runica di antico valore religioso, e solo nel IX sec., in alcune zone, la r. iniziò a fare il suo timido ingresso. L'uso sistematico e continuo della r. si deve al felice impiego che ne fecero i trovatori provenzali nell'XI sec. La r. rimase nella poesia europea fino al Rinascimento, quando, con il desiderio di imitazione dei versi classici e l'introduzione del cosiddetto verso sciolto, privo di r., cadde in disuso. Acquistò nuovo vigore in epoca romantica e durante il XIX sec. Il XX sec. ha visto un nuovo declino della r., in nome di una ricerca stilistico-semantica nuova. Tuttavia, oggi la r. è diffusissima in ambito musicale e pubblicitario.