Lavoro ornamentale ad ago eseguito su tessuti di vario genere. Il termine
può indicare tanto l'attività (ovvero l'operazione del ricamare)
quanto il prodotto di questa attività (ovvero il disegno ricamato).
║ Fig. - Con tono scherzoso, ornamento di pura fantasia intenzionalmente
aggiunto per descrivere un determinato fatto:
quel ragazzo è solito
fare molti r. quando racconta qualcosa. • Encicl. -
Estremamente variegata è la tipologia dei
r. in ragione di una
molteplicità di caratteristiche cromatiche, tecniche e stilistiche. A
grandi linee, si possono distinguere il
r. in bianco, che prevede
l'utilizzo di filo bianco su tele generalmente bianche, il
r. in colore,
che raffigura vere e proprie scene pittoriche, il
r. in oro,
utilizzato soprattutto per decorare parati e ornamenti da chiesa, e il
r.
a riporto, che consiste nel fissare su uno sfondo di stoffa pezzi di
tessuto diversi in modo da creare un disegno. Numerosi sono i punti che possono
essere adottati: tra i più diffusi, si ricordano il
punto a croce,
il
punto erba, il
mezzo punto, il
punto pieno, la
catenella, il
punto smerlo, il
cordoncino, il
trapunto. Il progresso tecnologico ha da tempo messo a disposizione delle
sofisticate
macchine per il r. che, sebbene non possano produrre
significativi risultati artistici, consentono, comunque, di raggiungere
un'apprezzabile accuratezza tecnica. I primi modelli comparvero in Svizzera
intorno al 1830 ed erano costituiti da un telaio verticale su cui era
posizionato il tessuto, da un doppio sistema di pinze che governavano gli aghi e
da un pantografo che comandava il telaio. Fu con I. Groeble (1860) e con suo
figlio A. Groeble (1896) che le macchine per il
r. subirono miglioramenti
decisivi: il primo ideò una macchina a navette che permise una maggiore
precisione e stabilità del lavoro, il secondo sostituì il
pantografo con un sistema completamente meccanico. L'introduzione di dispositivi
elettronici ha consentito, nel XX sec., la fabbricazione di macchine altamente
affidabili ed efficienti. • Arte - Il
r. ebbe probabilmente origine
nel mondo orientale: è documentato, ad esempio, che in Cina esso era
utilizzato come ornamento delle vesti particolarmente sontuose sin dai tempi
più remoti. Nel contesto occidentale, invece, le prime notizie sul
r. risalgono alla civiltà egizia del XVI sec. a.C.; si trovano
espliciti riferimenti nella Bibbia (
Esodo 27, 6;
Ezechiele 27, 24)
e nei testi omerici. Il mondo greco, in particolare, derivò l'arte del
r. dai Frigi, ai quali si deve anche la diffusione del
r. presso i
Romani. Dei
r. dell'antichità, però, ci resta solo qualche
frammento, come, ad esempio, un
r. su lana color porpora del IV sec. a.C.
(San Pietroburgo, Ermitage). Nell'Alto Medioevo, il
r. venne a costituire
uno degli ornamenti più diffusi: di pregio sono il
parato di san
Cesario (541-42, Arles, chiesa di Notre-Dame la Majeure) e il
velo di
Classe (IX sec.). Nel frattempo, in Inghilterra, a partire dal VII sec.
aveva iniziato a fiorire la tecnica dell'
opus anglicum, caratterizzato da
un'esecuzione a punto catenella e da una disposizione delle figure all'interno
di medaglioni quadribolati: un esempio di questo tipo di
r. è il
piviale con l'Albero di Jessa (Londra, Victoria e Albert Museum).
L'
opus anglicum si diffuse in tutta Europa e segnatamente in Italia, fino
a scomparire quasi del tutto all'epoca della guerra dei Cent'anni. In Sicilia,
il
r. prosperò prima sotto gli Arabi e poi sotto i Normanni: alla
scuola siciliana si devono alcune importanti creazioni come il
manto
imperiale (erroneamente detto di Carlo Magno) del 1133 o come la
camicia
alba, ricamata nel 1181 per Guglielmo II. Importante centro per il
r.
fu in quegli anni anche l'Ungheria: il
piviale di santo Stefano del
Tesoro di Buda e l'invenzione di un particolare punto a zig-zag (detto
punto
d'Ungheria) testimoniano l'estrema vivacità dell'arte del
r.
in quel Paese. Nel XIII sec., una vera e propria corporazione di ricamatori e
ricamatrici fu attiva in Francia: il paliotto dell'Hôtel Dieu di
Château-Thierry ne fu la migliore espressione. La produzione germanica si
concretò, invece, in una forma di
r. (detta
opus
germanicum) che si caratterizzò per l'abbondante impiego di fili
scuri e di scritte esplicative; fuori da questi canoni è, tuttavia, il
r. di maggior valore artistico dell'epoca, il piviale della cattedrale di
Bamberga (denominato
manto di san Enrico). Nel Trecento e nel
Quattrocento furono le città italiane (Firenze in particolar modo) ad
assumere un ruolo di assoluta rilevanza: a quel periodo risalgono lavori
dall'indubbio valore artistico quali la
tovaglia di Cividale, la
dalmatica detta
di Carlo Magno e il
parato di san Giovanni
a Firenze (Museo dell'Opera del duomo). Fu quello un periodo d'oro per il
r.: infatti, da un lato si realizzò una collaborazione tra
ricamatori e pittori che favorì un abbondante impiego di
r.
decorativi, dall'altro si andò diffondendo l'abitudine di ricamare gli
indumenti personali. L'uso di colori delicati e l'attenzione per la raffinatezza
del
r., che caratterizzarono ancora tutto il Quattrocento, vennero pian
piano meno nel secolo successivo, nel corso del quale, peraltro, furono
realizzati
r. di pregio, come lo
stendardo di sant'Ambrogio (1566)
di C. Pusterla o il
paliotto farnese. Contrasti cromatici ancora
più accentuati e una grande esuberanza di ornato caratterizzarono il
r. del XVII sec., mentre un alleggerimento degli ornati si ebbe nel
Settecento, nel corso del quale venne anche progressivamente diminuendo il
r. in oro a favore di quello in argento: il
r. a bandiera per
fodere di sedie in Piemonte e il
r. a mezzo punto per i mobili coperti da
stoffe in Francia costituirono rilevanti novità stilistiche. Nel XIX
sec., grande spazio ebbe il
r. in bianco, adottato soprattutto per la
biancheria personale e da letto, ma non vennero trascurati il
r. a mezzo
punto e, nell'ambito del
r. chiesastico, il
r. in oro e colori.
Nel XX sec., si venne affermando, invece, un rinnovato interesse per la tecnica
antica, anche se non di rado il
r. finì per riprodurre disegni di
gusto decisamente moderno. Sempre nel XX sec., non va dimenticato quel
r.
di tradizione popolare che orna arredi e costumi e che attinge materiale da una
ricca simbologia (in genere a sfondo naturalistico) tramandata di generazione in
generazione.