Filosofo italiano. Esiliato in Svizzera (1898) a causa della sua adesione alle
dottrine socialiste, nel 1908 tornò in Italia, e ricoprì la
cattedra di Filosofia nelle università di Firenze, Messina e Genova. In
contrapposizione al Neoidealismo, in polemica con Croce e Gentile, si fece
assertore di una forma di scetticismo che, eliminando ogni deviazione
irrazionalistica, tendeva a identificarsi con un positivismo radicale. Egli
limitava la funzione del pensiero alla semplice descrizione e catalogazione dei
«fatti», negandogli la possibilità di inquadrarlo in un sistema
razionale. Per quanto critico nei confronti della democrazia liberale, divenne
un duro oppositore del regime fascista (fu costretto a lasciare la cattedra nel
1934). Fu autore di numerose opere, tra cui:
Le antinomie dello spirito
(1910);
Il fondamento filosofico del diritto (1912);
Lineamenti di
filosofia scettica (1919);
Antologia dell'ateismo (1926);
Il
materialismo critico (1927);
Le aporie della religione (1932);
Autobiografia intellettuale (1939);
La morale come pazzia (1942)
(Villafranca di Verona, Verona 1871 - Genova 1941).